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Sarà inaugurata a febbraio la prima chiesa cattolica del Qatar
L’edificio sorge su un terreno donato dall’emiro e servirà per i circa 140mila cattolici che vivono nel Paese. Non avrà né campanile, né croce, perché così prescrivono le norme sulle religioni non musulmane.
Doha (AsiaNews) – Sarà inaugurata a febbraio la prima chiesa cattolica dal Qatar. Dedicata a Nostra Signora del Rosario la chiesa (nella foto) servirà i circa 140mila cattolici che vivono in un Paese musulmano di quasi 800mila abitanti, per lo più immigrati. Il complesso comprende un centro conferenze, una residenza per accoglienze temporanee, una libreria ed un bar. I lavori per costruire il luogo di culto costeranno in totale circa 15 milioni di dollari: i cattolici di tutta la Penisola arabica, per la maggior parte filippini ed indiani, hanno dato il loro contributo.
La chiesa è stata costruita su un terreno nella periferia meridionale della capitale Doha, donato dall’emiro Amir Hamad bin Khalifa Al Thani, che nel corso degli ultimi anni ha portato avanti una politica di dialogo interreligioso e nel 2002 ha istaurato rapporti diplomatici con la Santa Sede. L’edificio non avrà né campanile né croce e non sarà aperto al pubblico, ma sarà riservato ai fedeli. Le limitazioni, insieme al divieto di conversione che esiste per i musulmani, è in certo senso un tributo che l’emiro deve pagare ai maggioritari islamici wahabiti, di ispirazione saudita, che a lungo si sono opposti alla costruzione della chiesa.
Il futuro parroco, p. Tom Veneration, racconta ad AsiaNews: “Dopo oltre 20 anni di richieste formali, il governo ha concesso alle confessioni cristiane i terreni per costruire i propri edifici di culto. Ai cattolici è stato assegnato il lotto più grande, perché abbiamo una antica presenza nel Paese e perché la nostra comunità, composta oramai da oltre 100mila fedeli, è la più grande”.
Il sacerdote, che lavora a Doha da circa cinque anni, viene da Manila: “fino ad ora – dice - abbiamo pregato nelle case o in piccole cappelle all’interno del campus americano e di quello filippino di Doha. Insieme ai cattolici che vivono qui, sono veramente felice all’idea di poter presto celebrare la messa in una chiesa vera, segno della nostra presenza”.