Prosegue la visita in Usa dei presidenti dei due Stati
Nazarbayev poi volerà in Brasile. Previsto per entrambi un intervento all’Onu, dove stasera parlerà Berdymukhamedov. Il presidente turkmeno guida una delegazione di funzionari ed economisti, per migliorare la collaborazione con gli Usa. Ha annunciato l’amnistia per 9mila detenuti, molti per reati d’opinione.

New York (AsiaNews/Agenzie) – Prosegue la visita a New York del presidente turkmeno Kurbanguly Berdymukhamedov e di quello kazako Nursultan Nazarbayev, entrambi venuti per intervenire all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nazarbayev volerà stasera in Brasile per parlare di politica estera e di economia e sulla via del ritorno è prevista una tappa in Francia. Berdymukhamedov, primo presidente turkmeno a partecipare all’Assemblea Onu, nei 5 giorni di visita incontra il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice e uomini d’affari.

La partecipazione di Berdymukhamedov ai lavori Onu è ritenuta importante al di là di contenuti del suo discorso odierno, in quanto dimostra la volontà di rompere l’isolamento in cui il Paese è stato portato dalla politica chiusa e dittatoriale del suo predecessore Saparmurat Niyazov, morto a dicembre. L'attuale presidente ha portato con sé funzionari e imprenditori, per discutere con la controparte Usa come migliorare la collaborazione politica ed economica. Gli Stati Uniti hanno grande interesse al petrolio e al gas naturale del Turkmenistan, finora sfruttati soprattutto da Russia e Cina, e chiedono da anni la creazione di un oleodotto dal Paese alla Turchia passando per il mar Caspio e non per la Russia. Ma il presidente ha chiarito prima di partire che vuole promuovere tutti i prodotti del Paese, compresi quelli agricoli, e non soltanto l’energia.

La sete di energia con probabilità terrà in secondo piano il problema dei diritti umani e delle libertà democratiche, soffocati nel Paese. Gli analisti concordano che nei circa 9 mesi di governo, il nuovo presidente ha portato solo piccoli miglioramenti nella situazione interna.

Intanto il 24 settembre Berdhymukhamedov ha incontrato gli studenti all’università Columbia di New York City. Alle loro domande, ha assicurato che nel Paese c’è piena libertà di espressione e di stampa e nessun ostacolo contro i gruppi religiosi e le organizzazioni non governative estere, nonostante il Paese sia ritenuto uno dei più repressivi in questi settori . A domande specifiche su alcune delle centinaia di persone detenute per le loro convinzioni politiche o religiose, ha risposto che non segue in modo diretto il problema, affidato a funzionari “competenti”. Ha annunciato “un’amnistia per 9mila prigionieri”, molti detenuti per reati d’opinione, che però non saranno rilasciati tutti insieme ma un poco alla volta “in occasione delle feste nazionali”. Ha promesso riforme, aggiungendo che non agirà per smantellare il culto della personalità creato dal suo predecessore. Ha confermato come testo scolastico il libro Ruhnama, un misto delle convinzioni sulla storia, sui principi morali e la religione scritto da Niyazov e imposto come testo in tutte le scuole, dall’asilo alla secondaria superiore.