In vista del Congresso comunista, demolito il “villaggio delle petizioni”
A pochi giorni dall’inizio del 17esimo Congresso nazionale del Partito, previsto per metà ottobre, le autorità della capitale demoliscono il quartiere che ospitava da anni coloro che si presentavano a Pechino per protestare contro gli abusi del governo.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità della capitale hanno demolito le abitazioni di un quartiere periferico che ospitavano le migliaia di persone che ogni anno si recano a Pechino per presentare le proprie petizioni e proteste al governo centrale.
 
La mossa rientra nel progetto di creare “una società pacifica ed armoniosa”, il ritornello che le autorità comuniste ripetono sin dalla presa di potere del presidente Hu Jintao, a pochi giorni dall’inizio del 17esimo Congresso nazionale del Partito, previsto per metà ottobre.
 
Uno degli ex residenti del quartiere, intervistato dal South China Morning Post, dice: “Le demolizioni sono iniziate nel pomeriggio. Insieme alle ruspe sono arrivati circa 100 agenti di polizia e guardie private, che hanno prevenuto ogni tipo di opposizione”.
 
Le autorità locali hanno trasportato a forza i residenti del quartiere in un recinto fatto di tende, ed hanno intimato loro di lasciare Pechino entro la fine della settimana. Secondo il testimone, chiamato Yu, “è la prima volta che il governo attacca il ‘villaggio delle petizioni’ senza il consenso degli abitanti”. Secondo la municipalità, la demolizione “era necessaria, perché qui sarà costruita una nuova stazione ferroviaria”.
 
Ogni anno, centinaia di migliaia di cittadini cinesi si recano a Pechino per presentare le proprie lamentele contro gli abusi dei governi locali. Alcuni, arrivati nella capitale da anni, non sono mai riusciti a presentare i propri documenti perché bloccati dalle autorità.