L’Onu chiede che il presidente libanese sia eletto senza interferenze esterne
Ottimismo sulla possibilità di arrivare alla elezione è stata espressa dal patriarca Sfeir e dal leader della maggioranza Hariri al termine di un incontro durato oltre un’ora. Nel colloquio non sono stati fatti nomi di candidati.
Beirut (AsiaNews) – Una dichiarazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu perché l’elezione del presidente della Repubblica avvenga secondo le regole costituzionali e senza interferenze esterne e la prevista visita del leader della maggioranza parlamentare, Saad Hariri, al patriarca Nasrallah Sfeir appaiono essere i due avvenimenti principali della tormentata vicenda politica libanese.
 
E’ durato oltre un’ora il colloquio di ieri pomeriggio tra il capo del gruppo del “14 marzo” ed il cardinale. E se Hariri, all’uscita del colloquio, ha espresso “piena consonanza” di vedute con colui che ha definito “padre spirituale di tutti i libanesi”, soddisfazione ed ottimismo sono stati manifestati anche dal patriarca, secondo il quale ci sono buona volontà e la decisione di salvare il Paese. Ottimismo è stato manifestato anche da Hariri che ha espresso il suo appoggio ad ogni valida iniziativa di dialogo e si è detto convinto che il nuovo capo dello Stato potrà essere scelto entro il termine previsto dalla Costituzione. Hariri ha poi negato che col patriarca siano stati fatti nomi di candidati e che ci siano disaccordi all’interno della maggioranza, ribadendo piena unità in particolare con il leader druso Walid Joumblatt e con il capo delle Forze libanesi, Samir Geagea.
 
Da parte sua, il Consiglio di sicurezza, in una dichiarazione presa all’unanimità, afferma che l’elezione del nuovo presidente della Repubblica deve avvenire “senza qualsiasi interferenza esterna, nel pieno rispetto della sovranità libanese, sulla base dell’unità nazionale ed in un’atmosfera libera da ogni violenza, paura e intimidazione”. La dichiarazione del Consiglio di sicurezza fa eco a quella congiunta di Arabia Saudita, Egitto, Francia e Lega Araba che pure parla di libertà della elezione da condizionamenti esterni, ma in più chiama in causa le responsabilità dei Paesi della regione.
 
Una singolare replica alle Nazioni Unite è venuta dal presidente del Parlamento, Nabih Berri, secondo il quale, “con tutto il rispetto per il Consiglio di sicurezza”, i libanesi “rifiutano che qualsiasi forza esterna interferisca nelle questioni interne e nei lavori parlamentari”.