Oltre 10mila persone ai funerali del prete assassinato
Padre Packiyaranjith è morto il 26 settembre per una bomba, forse una mina, che ha colpito l’auto mentre portava aiuti a profughi e orfani. Un sacerdote dedito all’aiuto dei profughi, in una terra in guerra da decenni. Il saluto e il ricordo del suo vescovo e del vescovo di Colombo.

Colombo (AsiaNews) – Si sono svolti stamattina presso la cattedrale S. Sebastiano di Mannar, i funerali di padre Nicholaspilai Packiyaranjith, ucciso il 26 settembre da un attentato esplosivo. Alla funzione, presieduta da mons. Rayappu Joseph, vescovo di Mannar, hanno preso parte il vescovo di  Anuradhapura mons. Norbert Andrade, il Provinciale dei Gesuiti in Sri Lanka padre Maria Antony, insieme ad altre autorità religiose e civili, a 120 sacerdoti e 100 suore e a 10mila fedeli. Erano presenti anche rappresentanti delle agenzie internazionali di aiuto umanitario.

Dalla chiesa si è poi mossa la più grande processione mai vista a Mannar, con oltre 100 auto e 200 carri dietro al feretro, accompagnandolo fino al cimitero. In segno di rispetto, tutti i negozi di Mannar oggi sono rimasti chiusi.

Mons Rayappu ha condannato con forza il brutale omicidio, contro un sacerdote che si è dedicato ad aiutare i poveri e gli emarginati, ricordando che “abbastanza sangue è già stato versato in questa piccola isola. Questo sangue chiede la pace e non la vendetta. Per questo, chiediamo alla comunità internazionale e a tutte le persone di buona volontà di condannare questo omicidio e di condannare con forza e davvero la guerra senza senso che prosegue. Preghiamo chi combatte di far finire questa guerra spietata che prosegue da oltre un quarto di secolo”.

Padre Packiyaranjith, nativo di Jaffna, 40 anni, sacerdote da 10, coordinatore per il distretto di Mannar del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati, è stato colpito la sera sulla strada Pooneryn a Kalvi’laan (distretto di Kilinochchi), mentre con un’auto stava portando alimenti e altri aiuti al campo profughi e all’orfanotrofio di Vidathalvu. E’ stato anche ferito in modo serio l’autista che era con lui. Nessuno ha rivendicato l’attentato, mentre fonti dell’esercito e dei rivoltosi si scambiano accuse di responsabilità.

Tutti lo ricordano come un sacerdote dedito a portare aiuto materiale e spirituale ai profughi.

Mons. Oswald Gomes, arcivescovo di Colombo, si è detto “profondamente colpito per la tragica morte”, ha ricordato “con gratitudine” la sua opera instancabile nel servizio della popolazione e ha invitato a pregare “che simili fatti aiutino la ricerca della pace, così che non siano avvenuti invano”.