L’inviato Onu attende di incontrare il capo della giunta birmana
Ieri Gambari ha avuto un colloquio di un’ora con la leader democratica, Aung San Suu Kyi. La giunta prepara contromanifestazioni a proprio favore.

Yangon (AsiaNews) – L’inviato Onu Ibrahim Gambari si è recato oggi per la seconda volta nella nuova capitale Naypyidaw per vedere d’incontrare il capo della giunta Than Shwe, nella sua missione di fermare la repressione di queste settimane e aprire un dialogo di riconciliazione nel Paese, dominato da 45 anni di dittatura militare.

Gambari si era recato già ieri a Naypyidaw, ma ha solo incontrato personalità di secondo piano: Thein Sein, vice primo ministro; Kyaw Hsan ministro dell’Informazione; Khin Aung Nyint, ministro della cultura.

Ieri a Yangon Gambari ha avuto un colloquio di un’ora con la leader democratica, Aung San Suu Kyi che, vittoriosa nelle elezioni del 1990, ha passato quasi 12 anni in prigione o agli arresti domiciliari.

Non si sa bene perché Gambari non abbia ancora incontrato Than Shwe, se per motivi di salute – il generalissimo ha 74 anni – o per espresso disprezzo verso la comunità internazionale.

Intanto, 15 mila soldati dislocati a Yangon hanno ormai pressoché fermato le manifestazioni di protesta dei giorni scorsi. Le forze di sicurezza controllano le pagode, divenute luoghi di raduno; circondano i monasteri per evitare che i monaci diano il via a nuove marce; controllano le strade di accesso alla ex capitale per bloccare nuovi dimostranti. Vi sono soldati ad ogni angolo di strada e la polizia perquisisce chiunque abbia una borsa o una macchina fotografica.

Intanto, ameno 1000 persone sono stati presi da villaggi del nord-est e portati a Kengtung per addestrarli a fare dimostrazioni a favore del governo e della giunta militare.

Nelle violenze dei giorni scorsi, in cui i soldati hanno anche sparato sulla folla uccidendo almeno 13 persone, vi son stati anche gli arresti di 700 monaci e di 500 persone in tutto il Paese.