Immigrazione, ma soprattutto gas negli incontri tra i Paesi ex sovietici
Nei colloqui, che si concludono oggi, la Comunità di Stati Indipendenti affronta le questioni di immigrazione, terrorismo e narcotraffico. Ma negli incontri bilaterali il tema chiave è l’energia, cui Mosca guarda con sempre maggiore interesse.
Dushanbe (AsiaNews/Agenzie) – Si concludono oggi a Dushanbe, in Tagikistan, i due giorni di incontri tra i leader della Comunità di Stati Indipendenti (Csi), cui partecipa anche il Turkmenistan. Immigrazione e cooperazione economica, lotta al traffico internazionale di stupefacenti e al terrorismo e collaborazione militare sono stati gli argomenti più discussi, ma i maggiori accordi usciranno dai numerosi incontri bilaterali, più che dalle discussioni generali.
 
Mosca guarda con interesse ai movimenti nella regione, mirando soprattutto a liberare il campo da possibili rivali internazionali nella corsa all’approvvigionamento di risorse naturali. La Russia vuole mantenere il controllo del gas turkmeno e a maggio ha firmato un accordo per la creazione di un gasdotto dal Turkmenistan all’Europa attraverso il Kazakistan e il suo stesso territorio, correndo lungo il Mar Caspio. In seguito, però, il presidente turkmeno Berdymukhamedov ha espresso interesse per il progetto statunitense di un gasdotto che passa sotto il Mar Caspio verso la Turchia e ha più volte dichiarato di voler favorire la creazione di “vie differenti” per il gas.
 
Anche per questo hanno rilievo i frequenti incontri avvenuti questi giorni tra il presidente russo Vladimir Putin e quello kazako Nursultan Nazarbaev. Quest’ultimo, anche presidente pro tempore della Csi, ha dichiarato che oggetto dei colloqui è stato “un progetto di lungo termine per stabilire un corridoio di trasporto per il Caspio” di petrolio e gas. Il corridoio, oltre che verso l’Europa, potrebbe svilupparsi anche attraverso l’Iran fino al Golfo Persico e proseguire per nave verso India e Cina.
 
La Csi - cui aderiscono 12 Paesi ex sovietici tra cui Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan - è sorta dopo il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991 e Mosca vorrebbe creare una stabile collaborazione economica e un’alleanza anche di politica estera. Ma il gruppo ha sempre più perso di coesione: alcuni Stati dell’Asia centrale hanno stretti rapporti con Stati Uniti e Cina, mentre Ucraina e Georgia vogliono entrare nell’Unione Europea.