Le Figlie della Carità in crisi di vocazioni

L'emigrazione all'estero indebolisce le famiglie e spinge al consumismo


Manila (AsiaNews) – Per 68 anni le Figlie della Carità di san Vicenzo de Paoli hanno gestito l'orfanotrofio White Cross a San Juan, Manila. "Ma domani rimetteremo il nostro mandato nelle mani del direttore" spiega ad AsiaNews suor Teresita Montañano. "Sembrava che un'altra congregazione femminile prendesse il nostro posto, ma hanno cambiato idea". Ben 70 suore hanno lavorato nell'orfanotrofio. Ma durante la guida di sr. Montañano il personale si era ridotto a sole 5 sorelle per i 91 bambini residenti. Oltre all'orfanotrofio, le suore curano un centro di accoglienza per i bambini delle famiglie povere del quartiere. La ragione di questo abbandono è tutta per motivi di personale. Nonostante la congregazione conti più di 500 suore, la maggior parte sono anziane, afferma suor Montañano, che lavora come assistente legale alla Commissione episcopale per i migranti. "Ci sono meno vocazioni. Per di più, molte delle giovani sono deboli, si ammalano spesso, alcune soffrono di gravi malattie".

Le vincenziane amministrano circa 50 istituti privati, ospedali e scuole nel Paese. "Gestiamo più istituzioni di quelle che potremmo" sottolinea suor Montañano. "I lavori di segreteria e di ufficio sono stati ridotti e centralizzati, per capitalizzare al meglio il personale".

"Le giovani entrate da poco in convento - nota suor Montañano - sono troppo condizionate dal consumismo. Si lasciano attrarre dalle cose materiali e hanno meno spirito di coinvolgimento". Le novizie provengono di solito dalle parrocchie e dalle comunità pastorali, ma spesso desiderano lavorare all'estero. Molte di loro hanno mutato valori e abitudini a causa del cambiamento di vita della famiglia: "Quando il padre o la madre, o entrambi, lavorano all'estero, la famiglia cambia punti di riferimento morali" afferma suor Montañano. "Per compensare l'assenza da casa, l'emigrato invia soldi ai propri figli e così li incoraggia a una vita consumistica".

Lo scorso anno 868 mila filippini si sono recati all'estero per lavorare. Un funzionario del Dipartimento del lavoro afferma che, grazie alle opportunità del mercato globale, il governo quest'anno potrà creare un milione di posti di lavoro per lavoratori migranti.

"C'è una reale crisi nelle vocazioni: essa parte dalla famiglia, anzi dal cambiamento di valori nella famiglia, causato dall'emigrazione" conclude suor Montañano. (SE)