Mosul, ancora nella mani dei rapitori i due preti siro-cattolici
In Iraq si lavora ancora per la liberazione dei sacerdoti rapiti sabato. Per loro ieri, l’appello del Papa. Parte della comunità cristiana critica l’“indifferenza” di Baghdad nei confronti del dramma dei sequestri di religiosi iracheni.

Ankawa (AsiaNews) – Sono ancora nelle mani dei loro rapitori i due sacerdoti siro-cattolici sequestrati lo scorso 13 ottobre a Mosul e per i quali ieri all’Angelus Benedetto XVI aveva invocato la liberazione. Lo rende noto stamattina il sito cristiano Ankawa.com, che nella sua versione in arabo contiene anche una critica al governo centrale, il quale “continua ad ignorare il dramma dei sequestri di religiosi iracheni”, senza condurre “indagini che consegnino alla legge i responsabili”.

Fonti di AsiaNews vicine alla nunziature in Iraq confermano che sono in corso trattative e che il vescovo siro-cattolico di Mosul, mons. Basile George Casmoussa, lavora giorno e notte per far tornare a casa i due sacerdoti. Voci circolano sull’ipotesi che i rapitori abbiano chiesto un riscatto molto alto, fattore che contribuisce a rallentare le trattative per il rilascio.  

P. Mazen Ishoa, 35 anni, e p. Pius Afas, di 60, sono stati sequestrati da sconosciuti mentre si recavano a celebrare messa nella parrocchia di Nostra Signore di Fatima, nel quartiere di al-Faisaliya.