Attivista tibetano: la Cina ha fallito, sempre più uniti al Dalai Lama
Secondo Tsering Dorje, coordinatore dell’Ufficio indiano per i rapporti con il Tibet, Pechino non è riuscita a piegare la popolazione tibetana, nonostante i 48 anni di occupazione.
New Delhi (AsiaNews) – La Cina “non è in grado di controllare la mente ed il cuore della popolazione tibetana”, nonostante le sue politiche che “violano la libertà religiosa del Tibet e cercano di far divenire la nostra popolazione una minoranza: in questo tentativo, falliranno per sempre. Noi resteremo uniti al Dalai Lama”.
 
Tsering Dorje, coordinatore dell’Ufficio indiano per i rapporti con il Tibet, commenta così ad AsiaNews l’arresto dei monaci tibetani di Lhasa, avvenuto la scorsa settimana in risposta al conferimento della medaglia d’oro del Congresso Usa al Dalai Lama.
 
Questo gesto, spiega, “dimostra quanto siano frustrati ed impotenti, ma è soprattutto un messaggio al mondo: 48 anni dopo l’invasione della regione, non sono riusciti a fiaccare lo spirito tibetano, o ad allontanarci dalla figura del Dalai Lama e dal rispetto che proviamo per lui”.
 
Tuttavia, “i tibetani non hanno alcun senso di frustrazione davanti al successo internazionale della Cina: il buddismo ci insegna l’amore nei confronti di tutti, e questo porta naturalmente a desiderare il successo, la prosperità e la pace del mondo. Questo include anche la Cina”.
 
Ciò però non significa che il Tibet approvi i prossimi Giochi olimpici: “Il Dalai Lama ha più volte detto che boicottare le Olimpiadi di Pechino significa soltanto chiudere ancora di più la Cina nel suo isolamento internazionale. Eppure, alcuni dei nostri giovani ritengono i Giochi una grande opportunità, per dimostrare al mondo la vera faccia della Cina, che non è come viene dipinta”.