Il procuratore generale blocca il taglio dell’elettricità a Gaza
La misura era voluta dal governo in risposta al lancio di razzi. Il magistrato chiede di valutare l’impatto umanitario di misure che sono state condannate sia dall’Onu che dall’Unione europea, in quanto ritenute una “punizione collettiva”.
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Il procuratore generale israeliano Menachem Mazuz ha bloccato il piano per tagliare la fornitura elettrica a Gaza, chiedendo approfondimenti sui risvolti umanitari della questione. La decisione di Mazuz ha fatto seguito alla richiesta di 10 organizzazioni per i diritti umani, che hanno chiesto alla Corte Suprema di bloccare il provvedimento, in quanto “punizione collettiva”, voluta dal Ministero della difesa in risposta al lancio di razzi Qassam.
 
La Corte ha respinto la richiesta delle organizzazioni che chiedevano l’annullamento delle decisioni governativa contro Gaza, ma ha ingiunto al governo di rispondere entro oggi. Da parte sua Mazouz ritiene che “prima di decidere i tagli di elettricità vanno presi in considerazione gli obblighi umanitari”.
 
Il taglio delle forniture elettriche doveva essere una conseguenza della decisione presa il mese scorso, dal governo israeliano che ha qualificato Gaza “entità nemica”
 
Le misure prese da Israele contro la Striscia di Gaza – tra le quali la limitazione degli approvvigionamenti petroliferi e il blocco dei rapporti commerciali – sono state definite dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon “inaccettabili”, mentre l'Unione europea le ritiene una “punizione collettiva” che colpisce un milione e mezzo di palestinesi.