Ankara sembra voler dare qualche speranza per i diritti del Patriarcato ecumenico
Bartolomeo ha concluso il secondo giro di incontri con ministri dell’attuale governo. Commenti positivi in ambienti diplomatici, anche se si teme che la concreta soluzione dei problemi venga rinviata alle calende greche.
Ankara (AsiaNews) – Il governo turco sembra voler aprire qualche prospettiva per la soluzione delle annose questioni dei diritti delle minoranze, in particolare per quello che riguarda il Patriarcato ecumenico, anche se non è certo il caso di lasciarsi andare all’ottimismo. E’ il giudizio col quale si guarda alle conclusioni del secondo giro di incontri condotti ad Ankara dal patriarca Bartolomeo, che ha avuto colloqui con i ministri degli Esteri, Ali Babacan (nella foto), della Pubblica istruzione Huseyn Celik, della Giustizia, Ali Sahin, e degli Interni, Besir Atalay, i più direttamente coinvolti nelle questioni del Patriarcato ecumenico e delle minoranze in genere.
 
Negli incontri avuti, Bartolomeo ha posto le questioni delle proprietà immobiliari contestate al Patriarcato, la restituzione di 24 fondazioni abusivamente occupate e di proprietà della minoranza ortodossa, nonché la riapertura della Scuola teologica di Halki. Il Patriarca ecumenico è stato molto esplicito nel chiedere il contributo dei ministri alla soluzione delle annose questioni. Di fronte ad obiezioni basate su presunti impedimenti costituzionali, Bartolomeo ha fatto presente che le fondazioni di proprietà delle minoranze sono protette dal trattato di Losanna e non possono di conseguenza essere equiparate alle fondazioni ottomane, che sono state regolamentate dallo Stato turco.
 
Da parte loro, i ministri hanno assicurato la loro volontà di dare soluzione a tutte le questioni pendenti, perché hanno sostenuto, le minoranze che sono presenti da secoli in Turchia, fanno parte della ricchezza ed eredità multiculturale di questa terra.
 
Negli ambienti diplomatici di Ankara questi incontri sono stati positivamente commentati. Si è fatto pero notare come non è tanto in discussione la sincera volontà dell’attuale governo di risolvere le annose questioni che affliggono le minoranze in Turchia, ma quanto il fatto che per la pressione dello “Stato profondo” (ambienti legati all’amministrazione, all’economia ed alle forze armate), o con la scusa di esso, si rimanda alle calende greche la soluzioni di questi problemi. E sicuramente l’inasprirsi delle questione curda ed il conseguente risorgere del nazionalismo turco non facilitano le cose. (NT)
 
FOTO: Nikos Manginas