Maoisti al governo ammettono di aver ucciso un giornalista
di Kalpit Parajuli
Birendra Saha era scomparso da più di un mese, sollevando le denunce di organizzazioni per i diritti umani e dei colleghi. Un’inchiesta interna degli ex ribelli dichiara che si è trattato di “vendetta personale”. Ma il reporter aveva scritto sulle attività dei maoisti, ancora dediti ad estorsioni e violenze, nonostante ora facciano parte del governo.

Kathmandu (AsiaNews) – Gli ex ribelli maoisti in Nepal hanno ammesso di aver sequestrato e ucciso un giornalista, il mese scorso, nella parte meridionale del Paese. L'uomo è stato assassinato a poche ore dal rapimento. La notizia è stata diffusa dopo un'inchiesta interna degli stessi maoisti, che conclude dicendo che Birendra Saha (questo è il nome del giornalista) è stato sequestrato il 5 ottobre scorso nel distretto di Bara e ucciso poco dopo. Responsabile della vicenda è il leader locale dei ribelli, Lal BahadurChaudhary. In un documento reso pubblico ieri il gruppo precisa che egli agito per “vendetta personale, senza seguire alcuna direttiva dal partito”.

Secondo un altro rapporto compilato da un Comitato governativo, istituito ad hoc, i maoisti del distretto di Bara, erano infastiditi dagli articoli sulle loro attività, firmati dal reporter per la popolare rivista Himal News Magazine. 

L'omicidio di Saha è l'ultimo di una serie di attacchi sferrati dai maoisti contro i media. Gli ex ribelli sono accusati da più parti di continuare la propria battaglia con sequestri, omicidi ed estorsioni, nonostante l'accordo raggiunto alla fine dello scorso anno con cui sono entrati a far parte del processo politico, ponendo fine, almeno sulla carta, a una decennale guerra civile. Per questo Samuel Tamrat, vice rappresentante dell’Onu in Nepal, ha intimato loro di “cessare immediatamente tali attività”.

La Federazione dei giornalisti nepalesi ha condannato l'omicidio di Saha, definendolo un “crimine vergognoso”. “L'uccisione di un giornalista, tratto in inganno con la promessa di notizie, non è solo un attacco contro la stampa libera, ma anche contro la civiltà umana”, si legge in un comunicato della Federazione, che per oggi ha proclamato un giorno di protesta a livello nazionale.