Mons. Zen: Segni di riconciliazione fra Pechino e i democratici di Hong Kong

Hong Kong (AsiaNews) – Prima della marcia per la democrazia, che ha radunato più di 500 mila persone, al Victoria Park, varie migliaia di cattolici e protestanti si sono incontrati per pregare e cantare. Mons. Joseph Zen, vescovo cattolico di Hong Kong è intervento con un discorso che pubblichiamo integralmente in un altro articolo. In procinto di partire per Taiwan, dove presiederà all'ordinazione di due vietnamiti salesiani, in missione sull'isola, egli ha anche voluto condividere con AsiaNews le sue impressioni della giornata di ieri. Ecco quanto ci ha detto:

 

"Ho partecipato al momento di preghiera prima della marcia. Naturalmente, essendo vescovo, non potevo fare la marcia. E mi dispiace molto. Ma ho percepito l'atmosfera molto impegnata. Quest'anno poi l'organizzazione è stata molto pensata, non emozionale, ma decisa. La partecipazione è stata più di quanto si potesse immaginare. Anche perché dalla parte della Cina si è fatto di tutto per scoraggiare la presenza alla marcia. Dicevano: Non c'è bisogno di manifestare. E invece si è presentata una grande marea di persone.

È vero, c'è una differenza fra le cifre della polizia e quelle degli organizzatori. Ma la polizia cerca sempre di diminuire le cifre. Anche l'anno scorso, la partecipazione è stata superiore al mezzo milione, sebbene le cifre ufficiali dicono al massimo mezzo milione.

Voglio però registrare che vediamo con piacere un piccolo ravvicinamento con la Cina. Negli ultimi giorni Martin Lee [ex presidente del movimento democratico – ndr] ha presentato una mozione molto equilibrata, affermando che i democratici sono disposti a collaborare con il governo centrale, proprio per far fede all'idea di "un paese, due sistemi". E sembra che la Cina abbia raccolto bene questo segno.  All'inizio pensavamo che la gente non avrebbe capito e che avrebbero accusato Martin Lee di "tradimento", di " ammorbidimento". Invece, partecipando alla marcia, la gente ha mostrato di condividere questo atteggiamento di apertura. La posizione è ferma, ma si tende al riconciliazione. C'è uno spirito di lavoro comune.

Anche da parte del governo di Pechino c'è qualche segno di apertura. Il vice-presidente Zeng Qinghong – al quale è affidato il dossier di Hong Kong - sembra capire che Hong Kong è una situazione diversa dalla Cina e va trattata in modo diverso.