Lahore: la Bhutto di nuovo agli arresti domiciliari
Le autorità pakistane hanno spiccato un mandato di detenzione da scontare nella casa di un senatore. Oltre mille agenti costretti a piantonare l’abitazione, dato l’altissimo numero di sostenitori della leader che la circonda. Confermata l’interruzione del dialogo con Musharraf.
Lahore (AsiaNews/Agenzie) – L’ex premier pakistano Benazir Bhutto è stata nuovamente costretta, ieri, agli arresti domiciliari. Deve risiedere nella casa del senatore Latif Khosa, che il mandato di arresto ufficiale considera una “prigione confortevole”. E’ la seconda volta in una settimana che la Bhutto si ritrova in stato di semi-libertà.
 
Secondo alcune fonti anonime del ministero della Difesa, oltre 300 fra agenti e soldati sono stati inizialmente stanziati a difesa della casa. Con il passare del tempo, è talmente aumentato l’afflusso di sostenitori della leader del Partito popolare, che il numero è stato aumentato sino ad oltre mille.
 
Il ministro dell’Informazione, Tariq Azim, ha spiegato che le autorità “non intendono permettere la ‘lunga marcia’ indetta dal Partito popolare contro il governo Musharraf. La Bhutto non ha il permesso di infrangere la legge, che al momento vieta ogni manifestazione pubblica per motivi di sicurezza”.
 
Nel frattempo, sembra che l’ex primo ministro abbia cambiato idea sulla “transizione per la democrazia”, il patto pre-elettorale che aveva stretto con il generale-presidente di Islamabad, che le garantiva la possibilità di tornare in patria e candidarsi alle elezioni parlamentari in cambio dell’appoggio dei popolari alla rielezione di Musharraf.
 
Ieri sera, infatti, la Bhutto ha dichiarato di “non voler accettare l’arresto” ed ha aggiunto: “A queste condizioni, non sono possibili ulteriori trattative. Non intendo più appoggiare a livello politico il generale Musharraf, che deve dimettersi e far cadere immediatamente questo stato di emergenza”.