Prima seduta del tribunale speciale per i Khmer Rossi
Davanti all’assise, apertasi a Phnom Penh, è comparso “Duch”, il sanguinario responsabile di un centro di interrogatori nel quale furono uccisi almeno 15mila uomini, donne e bambini. I suoi avvocati ne chiedono la libertà, perché ha già trascorso alcuni anni in prigione, senza aver subito condanne.
Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Si è tenuta oggi a Phnom Penh la prima sessione pubblica del tribunale speciale che deve giudicare gli ex responsabili dei Khmer Rossi ancora viventi. Davanti alla corte, patrocinata dalle Nazioni Unite, è comparso Kaing Guek Eav, detto Duch, l’uomo che durante gli anni del regime fu responsabile di un centro di interrogatori, l’S-21, nel quale, per sua stessa ammissione, sono state uccise almeno 15mila persone, uomini, donne e bambini, figli di “spie”.
 
La seduta di oggi è preventiva rispetto al processo vero e proprio, previsto per l’anno prossimo, ed ha lo scopo di rispondere ad una richiesta di liberazione avanzata dai legali di Duch. Secondo gli avvocati, l’ex esponente dei Khmer Rossi, ha già scontato in prigione alcuni anni, senza aver subito alcuna condanna, e per questo dovrebbe essere liberato, in attesa dello svolgimento del processo.
 
Duch, che ora ha 65 anni, è comparso con indosso una camicia bianca ed è apparso in buona salute. Egli è il primo ad apparire in tribunale dei cinque leader arrestati del regime che negli anni tra il 1975 ed il 1979 provocò la morte di una cifra indicata tra 1,5 e 2 milioni di cambogiani.