Nave da guerra cinese in visita d’amicizia verso il Giappone
Crescono i segnali di distensione fra Pechino e Tokyo. Wen Jiabao incontra Fukuda a Singapore. Ma rimangono tensioni in campo energetico e politico.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Una nave da guerra cinese è partita oggi per il Giappone, in mezzo a vari segni di distensione fra i due colossi dell’Asia dell’est. Il cacciatorpediniere “Shenzhen” ha lasciato il porto di Zhanjiang (Guangdong) per una visita che è una novità assoluta. Cina e Giappone sono stati nemici nella Seconda guerra mondiale, e anche negli anni recenti hanno vissuto tensioni, soprattutto durante il governo di Junichiro Koizumi. I rapporti sono migliorati con l’ex primo ministro Shinzo Abe che ha visitato Pechino lo scorso anno. Il premier cinese Wen Jiabao ha invece visitato il Giappone lo scorso aprile.

Proprio Wen Jiabao, a Singapore per il summit dell’Asean e per quello dell’Asia dell’Est, ha esortato il suo collega Yasuo Fukuda a “sfruttare l’opportunità” del riscaldamento dei rapporti, giunti a “un punto di svolta”. Fukuda, succeduto a Shinzo Abe lo scorso settembre, ha voluto fin dall’inizio mostrare il suo interesse a un miglioramento dei rapporti fra i due giganti economici e politici dell’Asia. Ieri i due leader si sono incontrati per oltre un’ora e mezza e hanno deciso  le date per il primo Dialogo economico sino-giapponese che si terrà a Pechino l’1 e il 2 dicembre e che radunerà molte personalità del mondo finanziario, economico e industriale dei due Paesi.

Anche l’ambasciatore giapponese in Cina, Yuji Miyamoto, parlando ieri ad Hong Kong, ha dichiarato che è tempo per i due Paesi di trovare i modi di collaborare in modo più stretto per la prosperità della regione, che assomma “il 20% del Prodotto interno lordo mondiale”.

Rimangono però problemi di competizione nel campo energetico e politico. Cina e Giappone si confrontano per l’esplorazione e lo sfruttamento di depositi di gas nel mar della Cina e sono concorrenti nel voler convincere la Russia a costruire un oleodotto diretto ai rispettivi Paesi.

Le divisioni in campo politico sono evidenti proprio sulle questioni dell’East Asia, il cui summit (i terzo) si apre oggi a Singapore. L’East Asia Summit è nato due anni fa per radunare e far collaborare i Paesi della regione. Ma il Giappone, temendo una supremazia cinese, ha voluto che tali incontri fossero aperti anche ad Australia, Nuova Zelanda e India, tre Paesi democratici che possono anche contro-bilanciare il potere di Pechino.