Il Papa e il Patriarca ecumenico: avanti verso la piena unità
La festa di Sant’Andrea è stata occasione per Bartolomeo e Benedetto XVI di riaffermare l’irreversibilità del cammino ecumenico. Secondo un membro della Commissione mista, la decisione di Mosca di lasciare Ravenna non è stata condivisa da tutti i russi ed è originata dalla lotta per la successione.
Istanbul (AsiaNews) – Clima di grande fraternità per la celebrazione della festa di Sant’Andrea patrono del Patriarcato ecumenico ad anno dalla visita di Benedetto e ad un mese circa dall’incontro di Ravenna. Lo spirito dei due appuntamenti ha caratterizzato indelebilmente le celebrazioni, segno della marcia verso la piena unità fra due Chiese sorelle come diceva un anno fa, qui ad Istanbul, Benedetto XVI e dei “due polmoni del Cristianesimo”, come diceva Giovanni Paolo II. Questo il clima della festività tra la folta delegazione della Santa Sede, capeggiata dal cardinale Kasper, di cui facevano parte il vescovo Brian Farrel, il nunzio apostolico Antonio Lucibello e il vicario apostolico, mons. Luigi Padovese, e l’ambiente patriarcale, in presenza di varie rappresentanze diplomatiche.
 
Di questo spirito verso l’unità sono state pervase anche l’omelia del Patriarca ed il messaggio del Papa ed è stato segno il dono da parte di Benedetto XVI al Patriarca della prima copia dell’enciclica Spe Salvi, non casualmente, si è commentato da tutti, firmata nel giorno della festa dell’apostolo Andrea.
Il Patriarca Ecumenico nella sua omelia ha ricordato la sua recente visita a Napoli, nel corso della quale gli sono state donate alcune reliquie di S Andrea ed il suo proficuo e fraterno incontro con Benedetto XVI. Noi crediamo sempre, ha aggiunto, che la pacifica coesistenza dei cristiani nello spirito di unità e concordia deve costituire la base fondamentale di tutti noi. Perché condividiamo le stesse emozioni, le stesse intenzioni, in accordo con la nostra comune dichiarazione firmata l’anno scorso qui con il Santo Padre. In un epoca in cui, ha continuato Bartolomeo, si assiste al risorgere del secolarismo, del relativismo e del nichilismo occorre ispirarsi all’esempio dell’apostolo Andrea. Perché la frattura della nostra unità fu causa di tragiche conseguenze sull’ umanità con la nascita di idee e pratiche basate sull’ateismo e il totalitarismo. Non bisogna, secondo Bartolomeo, ridurre la vita religiosa ad una etica umanistica, perdendo cosi il vero il significato del mistero di Dio. Ogni giorno bisogna ritrovare le radici cristiane nello spirito sacramentale e dottrinale, come esso fu prima dello scisma. L’insegnamento dell’apostolo Andrea deve essere, ha concluso Bartolomeo, una forza rivitalizzante contro la cultura del consenso e le diverse forme di sfruttamento dei poveri, degli emigrati, delle donne e dei bambini. La nostra comune azione è di preservare il rispetto dei diritti di ogni essere umano, perché esso è creato ad immagine di Dio.
 
Il cardinale Kasper nel rivolgere il suo saluto prima di leggere il messaggio del Papa, ha ricordato come l’immagine di un anno fa, delle mai alzate insieme dal Papa e dal Patriarca è rimasta indelebilmente tracciata nella storia, segno di comune volontà verso l’unità, confermata dal documento di Ravenna, che ha definito una vera base solida per il III millennio, firmato nella città simbolo dell’unità dell’oriente e dell’occidente .
 
Nel suo messaggio di auguri Benedetto XVI ha menzionato il vivo ricordo della sua partecipazione alle celebrazioni di un anno fa. Quell’incontro, ha detto, come la presenza della delegazione pontificia ad Istanbul per la festa di Sant’Andra e quella di Costantinopoli a Roma per i Santi Pietro e Paolo rappresentano un segno di autentico impegno delle nostre due Chiese ad una sempre più profonda comunione, rafforzato attraverso cordiali relazioni di preghiera e dal dialogo di amore e di verità.
Il Papa ringrazia Dio in modo particolare per l’incontro di Ravenna. Benché non sia stato privo di difficoltà, Benedetto XVI prega sinceramente che queste siano presto risolte, perché si vada con la piena partecipazione alla prossima sessione plenaria, prevista per il 2009.
 
In proposito, e riferendosi alla decisione del Patriarcato di Mosca di abbandonare i lavori di Ravenna, ad una richiesta di AsiaNews sui problemi che può creare la non partecipazione dei russi al dialogo, un membro ortodosso della commissione congiunta, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha spiegato che la Chiesa russa è entrata in una fase di transizione post comunista ed è iniziata la lotta di successione al suo interno. Si sfrutta per proprio uso interno qualsiasi presa di posizione all’esterno. A suo avviso, bisogna essere molto cauti, ma ottimisti, perché nessuno di loro oserà andare contro la dinamica della storia. D’altronde la decisione di ritirasi da Ravenna non è stata condivisa da molti prelati russi.
Padre Dositheos, responsabile dell’ufficio stampa del Patriarcato, ci ha detto ”eppure si va verso l’unità molto più rapidamente di quello che ci si immaginava non molto tempo fa”.
 
Da rilevare, infine, che la Conferenza episcopale cattolica in Turchia ha proposto di festeggiare in comune a Tarso, in Turchia, i 2000 anni dalla nascita dell’apostolo Paolo. La data proposta è tra il 20 e il 22 giugno 2008. Le festività si sono concluse per la prima volta nella storica chiesa bizantina di Santa Irene , a Top Kapi, con un concerto di canti bizantini e di danza dei Dervisci(Mevlana), in presenza del Patriarca Ecumenico , di autorità turche, religiosi e corpo diplomatico, organizzato dallo storico liceo di Istanbul Zografio. Segno di come anche in Turchia le cose cambiano. (NT)