Nucleare: la Cina in soccorso dell’Iran per bloccare nuove sanzioni Onu
L’ambasciatore di Pechino all’Onu afferma che “le cose sono cambiate” dopo il rapporto delle agenzie di sicurezza americane, per le quali Teheran ha fermato il programma atomico militare. Ma per Bush l’Iran resta una minaccia. Francia e Gran Bretagna per un mantenimento della pressione internazionale.
New York (AsiaNews/Agenzie) – Il rapporto delle agenzie di sicurezza statunitensi, per le quali dal 2003 l’Iran ha interrotto il programma per lo sviluppo della bomba atomica, pone il problema di rivedere la necessità di nuove sanzioni a Teheran. Lo sostiene la Cina: “ora le cose sono cambiate”, ha detto l’ambasciatore di Pechino all’Onu, Wang Guangya.
 
Ieri, malgrado il rapporto National Intelligence Estimate (Nie), elaborato dalle diverse agenzie di intelligence statunitensi, il presidente Bush ha affermato di “continuare a credere che l’Iran è un pericolo”. Gli Stati Uniti ed i loro alleati europei premono per nuove sanzioni Onu, verso le quali la Cina è sempre stata riluttante ed il testo di una nuova risoluzione in tal senso potrebbe essere presentato alla fine di questa settimana.
 
La mossa dell’ambasciatore cinese cade all’indomani di una richiesta iraniana di intervento diplomatico di Pechino, cui fornisce grandi quantità di petrolio. Ieri, un portavoce del governo iraniano, Gholam Hussein Elham, riferendosi ad una telefonata tra il ministro degli Esteri cinese e il segretario del Dipartimento di Stato Usa, ha infatti parlato di un ruolo che la Cina, “Paese amico”, potrebbe svolgere “per trasmettere la verità sull’Iran e convincere gli americani ad un approccio realistico”.  
 
I ministri degli Esteri di Francia e Gran Bretagna, dal canto loro, hanno sostenuto che è bene mantenere sotto pressione l’Iran, visto che continua a rifiutare di fermare il processo di arricchimento del combustibile nucleare, il che lascia spazio ad usi civili, ma anche militari dell’energia atomica.