Vescovo anglicano di Colombo: contro la violenza, rispetto e compassione
di Melani Manel Perera
Dura condanna sia dei ribelli che dell’esercito per i recenti massacri. Un invito a tutti a rifiutare qualsiasi violenza e a trattare gli altri con comprensione e compassione, per superare la spirale di odio e vendetta. Oltre 70mila morti in 24 anni di guerra civile.

Colombo (AsiaNews) – Dura condanna del vescovo anglicano di Colombo Duleep De Chickera. In una dichiarazione del 30 novembre, dopo che due giorni di combattimenti nello Sri Lanka hanno causato tra i civili 49 morti e almeno 60 feriti, ha definito i recenti attentati contro la popolazione come “l’espressione forse più depravata della nostra disumanità”.

A Nugegoda, centro nei pressi di Colombo, il 28 novembre una bomba in un pacco ha ucciso 19 persone. Ne sono ritenuti autori le Tigri Tamil Eelam per liberazione (Ltte), pure accusati del bombardamento di una scuola cattolica vicino la settentrionale Mannar, che ha ferito 7 tra insegnanti e scolari.

Il vescovo ha criticato anche il governo, sospettato di avere provocato l’esplosione che ha ucciso tra 9 e 13 persone a Ilenkerni, nella zona controllata dal Ltte e ha ricordato come rimangano senza spiegazione “gli spietati assassini di contadini a Mahavilachchiva nel distretto centrale di Anuradhapura e a Ranminitenne nel nord”. “Sono – ha concluso – tutti crimini contro l’umanità e debbono essere condannati senza riserve”. “Seminano odio e incrementano la spirale della vendetta in una Nazione già così tanto lacerata e divisa. Condannare soltanto gli omicidi contro il proprio gruppo etnico e tacere sugli altri, incoraggia la violenza e aggrava le ferite sociali e il rancore.”

Nella dichiarazione ha esortato tutti “a mantenere la calma e a ricostruire la convivenza”, animati “dall’amore per il nostro Paese e il prossimo”, “sconfiggendo la vendetta, la violenza e l’odio con la comprensione, il rispetto e la compassione”. “Qualsiasi altra reazione porterà distruzione per tutti”.

Dall’inizio della ribellione secessionista del Ltte nel 1983 ci sono stati oltre 70mila morti. Nel 2002 le parti hanno concordato un armistizio ma le violenze sono riprese nel dicembre 2005, causando da allora oltre 5mila vittime.