Vescovo dell’Orissa: le violenze di Natale una vergogna per l’India democratica
di Mgr. Thomas Thiruthalil
I fondamentalisti indù usano da tempo le leggi anti-conversione per terrorizzare i cristiani. Ma la Chiesa si rafforza nella persecuzione. Il commento del vescovo di Balasore e presidente del Consiglio regionale dei vescovi dell’Orissa.

Balasore (AsiaNews) – Mons. Thomas Thiruthalil, vescovo di Balasore (Orissa) e presidente del Consiglio regionale dei vescovi dell’Orissa, ha inviato ad AsiaNews un suo messaggio, a commento delle violenze avvenute a Natale nello stato dell’Orissa:

 Le violenze ad ampio spettro del giorno di Natale in Orissa sono una macchia vergognosa nell’India democratica e laica. Le forze fondamentaliste vogliono minacciare e terrorizzare i cristiani. Qui in Orissa i cristiani sono una minoranza e in larga parte poveri e marginalizzati. La Chiesa in Orissa è accusata di continuo di fare conversioni e proprio Swami Saraswati, all’origine delle violenze di ieri, è un leader del movimento anti-conversioni. Il problema delle conversioni è da tempo un tema caldo. Nel ’67 qui è passato il Freedom of Religion Act (Ofra), con cui il governo dell’Orissa ha attuato una serie soffocante di leggi anti-conversione.

In effetti, l’Ofra, sotto l’apparente scopo di proteggere le persone dalle conversioni forzate, è divenuto in realtà un meccanismo legislativo per frenare gli individui nella libertà religiosa e di pensiero. Queste leggi possono essere facilmente manipolate dai fondamentalisti indù, divenendo un modo “legale” per fare violenze sulle minoranze religiose, accusandole in modo falso delle cose più turpi.

É triste che i missionari cristiani e il loro servizio generoso siano fatti oggetto di violenza dalla popolazione che essi stessi servono. La Chiesa in India, coi suoi servizi educativi e sanitari, è aperta a gente di ogni casta e di ogni fede. Molti membri della comunità di maggioranza [indù – ndr] hanno goduto dei servizi ecclesiali sociali, educativi, sanitari. Eppure essi continuano gli attacchi e le violenze contro le strutture e il personale cristiano senza alcuna ragione.

Questo attacco nel giorno di Natale è avvenuto solo per terrorizzare la comunità cristiana e bloccare il nostro lavoro missionario. Nella persecuzione, la Chiesa è sempre cresciuta ed è ciò che avverrà anche qui in Orissa. La Chiesa che cresce nell’amore e nell’unità ha la sua base nella fede segnata dalla sofferenza e dalla persecuzione.

L’enciclica del papa, Spe Salvi (Salvati nella speranza), ci giunge come un messaggio profetico per noi sacerdoti, religiosi, religiose e laici che lavoriamo in tali difficili circostanze in Orissa. Alla luce di questa persecuzione, noi siamo rafforzati. La nascita di Cristo, l’Umile, riconosciuto da persone emarginate, quali erano i pastori, è la realtà che viviamo qui in Orissa.