L’Assemblea di Pechino gestisce il futuro delle elezioni di Hong Kong
Arrestato ed espulso un parlamentare di Hong Kong che voleva portare nella capitale cinese una petizione per affrettare il varo del suffragio universale per il 2012. Membri dell’Assemblea nazionale del popolo “consigliano” alla popolazione del territorio di accettare le decisioni di Pechino senza fare scioperi o dimostrazioni.

Hong Kong (AsiaNews) - Leung Kwok-hung, parlamentare democratico di Hong Kong, è stato arrestato oggi al confine con la Cina e rispedito indietro, dopo aver tentato di entrare nel Paese senza permesso. Leung, assieme ad altri 3 democratici volevano raggiungere Pechino per portare una petizione a favore del suffragio universale in Hong Kong.

Leung Kwok-hung, noto come “capelli lunghi” per la sua folta capigliatura e il suo atteggiamento anti-conformista, portava con sé striscioni e cartelli che sono stati sequestrati.

Solo uno dei 4 membri pro-democrazia, Law Chun, aveva il permesso valido e sarà l’unico a proseguire a Pechino.

Nella capitale, da 4 giorni è in corso un incontro del comitato permanente dell’Assemblea Nazionale del popolo (Anc), il parlamento cinese, per valutare le riforme politiche da apportare nella ex colonia britannica.

Proprio ieri è stata preparata una bozza che fa il punto sul metodo per eleggere il capo dell’esecutivo di Hong Kong per le elezioni del 2012. La bozza – non ancora pubblica – parla anche delle questioni riguardanti il suffragio universale.

L’Anc sta valutando la relazione di Donald Tsang Yam-kuen, attuale capo dell’esecutivo di Hong Kong, sulle riforme politiche del territorio.

La popolazione di Hong Kong vorrebbe l’elezione diretta del governatore e il suffragio universale. La Basic Law (la costituzione di Hong Kong) prevede tale possibilità dopo il 2007. Ma Pechino ha avocato a sé ogni decisione sul futuro politico di Hong Kong.

La relazione di Donald Tsang, resa pubblica alcune settimane fa, ammette che la stragrande maggioranza della popolazione di Hong Kong vorrebbe la piena democrazia entro il 2012. Ma egli stesso – forse imbeccato da Pechino – propone il 2017 come data accettabile.

Il governo cinese teme che il movimento democratico possa comunicarsi dalla ex colonia a tutto il Paese. Alcuni membri dell’Anc hanno “sconsigliato” la popolazione di Hong Kong di fare scioperi o manifestazioni in risposta alle proposte dell’Anc. Tali manifestazioni “non sarebbero utili per Hong Kong”.