Dieci tabù per i membri del Partito
No a corruzioni, bustarelle, lobbying, telefonate, messaggi e minacce fisiche per influenzare le nuove nomine a livello provinciale.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Due importanti organi del Partito comunista cinese hanno diramato una serie di divieti su contrattazioni segrete e corruzioni che potrebbero influenzare le imminenti ristrutturazioni al vertice nelle province.

In uno stile per nulla retorico, ma franco e schietto, il Dipartimento dell’organizzazione e la Commissione per la disciplina hanno stabilito “10 tabù”, quasi 10 comandamenti, da evitare durante le elezioni provinciali nei prossimi mesi. Fra questi, è proibito fare regali, fare visite a casa, invitare a banchetti per vincere il sostegno dei colleghi. È proibito perfino fare telefonate o inviare Sms legate alle questioni di voto.

Sarà perseguito con decisione anche offrire bustarelle, doni, azioni di borsa in cambio di posti di lavoro o di appoggio alle elezioni. Proibito in modo assoluto l’intimidazione violenta o la diffusione di calunnie su uno o l’altro membro, a voce o in internet, per squalificare uno o l’altro candidato.

È vietato pure organizzare incontri di ex allievi o di ex soldati per evitare la formazione di lobby.

Il Partito invierà in tutte le province 20 gruppi di ispettori per controllare che tutto si svolga secondo queste direttive.

Nei prossimi mesi molti quadri a livello provinciale, dopo una nomina di 5 anni, scadranno e saranno chiamati a occupare altri posti. Le nuove nomine verranno poi formalizzate all’Assemblea nazionale del popolo.

La corruzione in Cina è una specie di cancro e da tempo i leader del Partito hanno avvertito che essa divenuta così diffusa da mettere a rischio la sopravvivenza del Partito stesso.