Giustiziato "eroe del lavoro", aveva avviato un’attività agricola privata
La denuncia è del gruppo umanitario sudcoreano, Good Friends: l’uomo era a capo di una cooperativa agricola, ma aveva provato a far fruttare parte dei terreni per uso personale. Accusato di “tradimento”, è stato fucilato insieme a due colleghi e le loro famiglie internate in campi di lavoro.

Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – Il responsabile di una cooperativa agricola, in passato insignito dell’onorificenza di eroe del lavoro, è stato giustiziato in pubblico per “avere avviato una fattoria privata”. Lo denuncia l'associazione umanitaria sudcoreana Good Friends. L'uomo, non identificato, è stato fucilato insieme a due suoi colleghi il 5 dicembre a Pyongsong, a nord di Pyongyang. Secondo il gruppo, i condannati sarebbero stati giustiziati con 90 colpi di fucile e le loro famiglie sarebbero ora internate in campi di concentramento. La loro colpa è aver venduto prodotti privatamente, al fine di mantenere standard di vita “lussuosi”. Nella sua newsletter la Good Friends non fornisce altri particolari e il Servizio di intelligence nazionale si è rifiutato di commentare.

L’associazione riporta che il capo dell’attività aveva ricevuto il titolo di eroe del lavoro. All’epoca il presidente nordcoreano Kim Il-sung, morto nel 1994, ne aveva apprezzato l’attività regalandogli un orologio con il suo autografo. Secondo l’accusa l’uomo non aveva registrato 79 ettari della sua fattoria, il cui raccolto veniva venduto a militari in pensione che utilizzava anche come guardie del corpo. Data la sua onorevole carriera il responsabile della cooperativa agricola è stato condannato per “tradimento delle linee guida” del presidente, spiega la Good Friends. Dopo l’esecuzione, ogni provincia nel Paese ha convocato i capi delle cooperative agricole e i segretari locali del partito avvertendoli dell’esemplare “punizione” che spetta a chi osa dirottare la produzione in senso privato.

Negli anni ‘50 la Corea del Nord lancia il movimento della cooperazione agricola. Intorno al 1957 il processo è praticamente concluso, con il 94% della terra coltivabile sotto il controllo dalle cooperative. L’iniziativa si rivela disastro: negli anni ’90, gli insuccessi agricoli e i disastri climatici uccidono milioni di persone. Ancora oggi il Paese si affida agli aiuti internazionali per sfamare la sua popolazione.