Sfeir, il presidente va eletto rispettando la Costituzione libanese
Il patriarca maronita critica la proposta lanciata da Hezbollah e da Aoun per la elezione popolare del capo dello Stato e si dice “in primo luogo favorevole ad una soluzione libanese” della crisi, poi ad una araba e come terza opzione ad una internazionale. La maggioranza respinge l’idea del Partito di Dio per un “governo islamico”.
Beirut (AsiaNews) – Il presidente della Repubblica va eletto secondo le prescrizioni della Costituzione, cioè in Parlamento, e per la sua scelta il patriarca maronita Nasrallah Sfeir appoggia “in primo luogo una soluzione libanese, in secondo una araba e come terza opzione una internazionale”. All’indomani dell’ennesima autobomba - che ha provocato tre morti e una dozzina di feriti - ed alla vigilia del ritorno del segretario della Lega araba portatore di una iniziativa che mira in primo luogo alla elezione del generale Michel Sleiman a capo dello Stato, il cardinale ha così implicitamente, ma chiaramente, respinto l’idea nuovamente avanzata da Hezbollah e da Michel Aoun di una elezione diretta del presidente della Repubblica.
 
Ricevendo una delegazione dell’ordine dei giornalisti, guidata dal suo presidente Melhem Karam, il card. Sfeir ha sostenuto che “una soluzione internazionale potrebbe anche essere un male per il Libano, ma non può essere respinta”. Egli ha poi notato che “in passato, la presenza siriana era il principale ostacolo. Oggi, l’ostacolo viene dall’interno del Libano, ma ciò non vuol dire che lo straniero non c’entra. La presenza siriana era militare. Oggi è divenuta politica. Come sapete c’è una specie di collusione tra certi libanesi e l’estero”. “La pressione interna – ha proseguito – è legata a quella esterna. Che fare? La verità è che alcuni libanesi di sforzano di aiutare la soluzione straniera che non conviene al Libano”.
 
Un esplicito appoggio alla missione del segretario generale della Lega araba, Amr Moussa è venuto intanto ieri dalle forze del “14 marzo”, la maggioranza parlamentare, per la quale l’elezione di Sleiman “in questo momento è la priorità”. Essa, peraltro, è il primo punto indicato nella “iniziativa araba” per la soluzione della crisi libanese, che prevede poi la formazione di un governo di unità nazionale e l’elaborazione di una nuova legge elettorale.
 
La formazione del governo, ed in particolare la divisione dei ministri tra maggioranza ed opposizione, appare invece sempre più al centro dell’interesse dell’opposizione, che ad essa di fatto condiziona il suo sostegno ala elezione di Sleiman. Ed a proposito di governo, la maggioranza ha fermamente respinto una confusa proposta avanzata dal capo di Hezbollah, Hassam Nasrallah, per la formazione di un “governo islamico”, definendola “inquietante” ed in contrasto con la realtà libanese. (PD)