Confiscati libri cristiani per bambini: ritraggono Maometto
L’ordine arriva dal ministero della Sicurezza interna, secondo il quale le immagini del Profeta offendono l’islam. I testi incriminati sono all’esame delle autorità. Continua la polemica sull’utilizzo della parola “Allah” anche per i non musulmani. Condanna di leader cristiani: il governo ha superato ogni limite.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità malaysiane hanno confiscato in alcune librerie pubblicazioni religiose destinate a bambini cristiani, perché contenevano immagini di Maometto. L’agenzia Malysiakini spiega che l’ordine di confisca è partito dal ministero della Sicurezza interna, guidato dal premier Abdullah Badawi. La motivazione: le illustrazioni del Profeta offendono il sentimento religioso della comunità di maggioranza musulmana.

 Secondo quanto riportato di recente dalla stampa locale, già a metà dicembre funzionari del Dipartimento del Controllo dei testi e delle pubblicazioni hanno sequestrato i testi incriminati in alcune librerie di Johor Bahru, Senawang e Ipoh. I libri sono stati inviati al quartier generale del Dipartimento a Putrajaya, che li sta esaminando. La confisca non comporta, al momento, il bando dal mercato dei titoli sotto esame.

 Dura la reazione dei leader della comunità cristiana. In un comunicato stampa ufficiale del 17 gennaio Hermen Shastri, segretario generale del Consiglio delle Chiese della Malaysia, condanna il provvedimento: “Il governo ha oltrepassato ogni limite confiscando la letteratura cristiana; non ne ha il diritto”. Shastri chiede al primo ministro e al Gabinetto di agire immediatamente per “emendare norme amministrative e speciali regolamenti che danno il potere a funzionari del ministero della Sicurezza interna di agire a loro piacere”.

Ragione di confisca da parte delle autorità rimane anche l’utilizzo della parola “Allah” nelle pubblicazioni non musulmane. Lo stesso dicastero guidato da Badawi ha reso noto di avere sequestrato, per questo motivo, un totale di 163 libri in tutto il Paese. Il vice ministro della Sicurezza interna ha tenuto a sottolineare che il provvedimento non è diretto contro la letteratura cristiana e ha ribadito di nuovo i divieti in vigore: non solo “Allah”, ma anche “baitullah” (una moschea ala Mecca), “solat” (preghiera in arabo) e “kaabah” (il piccolo santuario meta di pellegrinaggio alla Mecca), sono esclusiva dell’islam. Nei primi di gennaio al settimanale cattolico malaysiano, Herald, è stato confermato il divieto per l’utilizzo della parola “Allah” nel riferirsi al Dio dei cristiani.