L’allarme della Chiesa: aumenta la povertà, il governo deve intervenire
di Santosh Digal
Dopo la pubblicazione dei nuovi dati sullo stato economico della nazione, una delegazione composta da 20 vescovi filippini si è incontrata con alcuni rappresentanti del governo. Preoccupazione per il crescente divario fra ricchi e poveri e per lo sfruttamento di contadini e minatori.
Manila (AsiaNews) – Dopo la pubblicazione dei dati governativi sullo stato economico della nazione, i vescovi filippini chiedono al governo un intervento serio contro l’aumento del dislivello fra ricchi e poveri nella società. Come “pastori del gregge”, circa 20 membri della Conferenza episcopale si sono recati nel Palazzo presidenziale, dove hanno affrontato il problema.
 
Secondo i dati presentati da Manila, soltanto il 10 % delle famiglie filippine può dirsi benestante, mentre un preoccupante 60 % si trova al disotto della soglia della povertà. Il restante 30 % raggiunge un guadagno pari a 12 dollari al giorno, che gli permette di sopravvivere senza però poter mettere niente da parte per le emergenze.
 
L’arcivescovo di Tuguegarao, mons. Diosdado Palamayan, dice ad AsiaNews: “Abbiamo approfittato dell’occasione per parlare di ciò che affligge i fedeli. Certo, fra questi problemi la povertà è al primo posto, ma servono anche infrastrutture e miglioramenti, soprattutto nel campo della sanità”.
 
I vescovi hanno poi espresso “preoccupazione” per la questione dei contadini e dei minatori, sempre più spesso sfruttati dalle multinazionali in nome di una crescita economica disuguale. Il governo ha risposto garantendo la “massima attenzione” alle questioni poste, ed ha promesso per il prossimo mese una risposta seria al tema della povertà.