Liberato Ching Cheong, giornalista condannato senza prove
Il cronista, che lavorava per lo Straits Times, era stato condannato a 5 anni di galera per “spionaggio a favore di Taiwan”. Questa mattina, dopo aver scontato metà della pena, è stato rilasciato su cauzione.
Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) - Ching Cheong, giornalista di Hong Kong condannato senza prove a 5 anni di carcere per “spionaggio a favore di Taiwan”, è stato rilasciato su cauzione questa mattina dopo aver trascorso in una galera di Guangzhou metà della pena. Potrà trascorrere con la sua famiglia il capodanno lunare.
 
Il rilascio è avvenuto d’improvviso, anche se le autorità dicono di aver avvertito la famiglia. La moglie, Mary Lau, per ora non ha rilasciato alcun commento; il presidente dell’Associazione giornalisti di Hong Kong, Mark Yin-ting, dice: “Siamo contenti che Ching sia stato rilasciato in anticipo. Ma è triste pensare che un innocente sia finito in prigione per tutto questo tempo. Speriamo che questo non avvenga mai più”.
 
Ching, 57 anni, è agli arresti dall'aprile del 2005. Il 31 agosto dell’anno successivo, i giudici di una corte inferiore cinese lo hanno condannato a 5 anni di galera: il giornalista avrebbe confessato di aver venduto informazioni militari a Taiwan e di aver messo in piedi una rete di spionaggio per “vendere segreti di Stato” a potenze straniere.
 
Nel novembre 2006, l’Alta corte di Pechino ha rigettato il suo appello ed ha confermato la pena, in un processo durato un giorno in cui non sono state presentate prove contro il giornalista, capo corrispondente per la Cina dello Straits Times, quotidiano di Singapore.  
 
Il suo giornale ha salutato “con gioia” il rilascio “atteso da tempo”. Warren Fernandez, vicedirettore, aveva testimoniato a favore di Ching nel primo processo, ed ora dice: “Siamo contenti di questa notizia, ed aspettiamo con ansia di poterlo rivedere”.
 
In Cina la maggioranza delle informazioni sulla vita della nazione è considerata “segreto di Stato” e la rivelazione attraverso i media di questi “segreti” viene bollato come “un attentato alla sicurezza” dello stesso. Attualmente nel Paese almeno 42 giornalisti sono detenuti per questo crimine.
 
Personalità della dissidenza hanno rivelato ad AsiaNews che le vere ragioni dell'arresto di Ching Cheong sono da legare alla sua ricerca su Zhao Ziyang, segretario del Partito ai tempi delle rivolte pro-democrazia, e sul massacro di Tiananmen nell'89. Il governo continua a giustificare il massacro come un “male minore” che ha garantito stabilità e ordine al Paese, portandolo al successo economico.