Il “Vangelo in Bunraku”, annunciare Cristo con le marionette giapponesi
Toyotake Hanafusa-dayu, di Osaka, cristiano convertito e guarito da una vita da sbandato, ha scritto un’opera tradizionale del teatro nipponico basandosi sul Vangelo. Lo scopo è quello di far conoscere il messaggio cristiano nel Paese del Sol Levante, ma anche nel mondo.
Tokyo (AsiaNews/Jcn) – Tradurre il messaggio cristiano nel teatro tradizionale giapponese, in modo da far conoscere il più possibile il Vangelo nel Paese del Sol Levante e dimostrare come sia possibile fare “inculturazione al contrario”. E’ lo scopo del “Vangelo in Bunraku”, rappresentazione teatrale creata da Toyotake Hanafusa-dayu, cristiano di Osaka, che l’ha scritta come ringraziamento al Signore per una grazia ricevuta.
 
Il bunraku è una forma tradizionale di teatro nipponico delle marionette: è composto da narrazione rituale, shamisen (musica prodotta da uno strumento a 3 corde) e recitazione delle bambole di grandi dimensioni, mosse ognuna da 3 persone. Nato alla fine del XVII secolo, tale teatro è una delle forme d’arte più amate dell’intero Giappone, anche se scarseggiano gli autori in grado di preparare un’intera rappresentazione teatrale nello stile richiesto.
 
Il “Vangelo” inizia con la voce del suo autore che recita con intonazione gidayu [metodo narrativo classico, che viene applicato alle epopee religiose e drammatiche ndr] un verso delle Scritture: “Dio ama così tanto il mondo che gli ha donato il Suo unico Figlio, Gesù”. Nel Calvario, Cristo in croce si rivolge al Padre con la voce rituale del samurai che sta per compiere l’harakiri: questo, nella cultura nipponica, è il sacrificio più grande che si possa compiere per il benessere del proprio mondo.
 
Hanafusa-dayu, 60 anni, si è convertito al cristianesimo quando ne aveva 23. Tuttavia, pochi anni dopo il battesimo, ha abbandonato la fede: lui stesso ricorda che “bere, giocare d’azzardo ed andare a donne sono un trio malvagio”. Tanto che, ad un certo punto, si ammala di una forma particolarmente violenta di epatite C, che lo conduce in punto di morte. Dopo la diagnosi, l’autore si guarda indietro e, pur sapendo di essere condannato, decide di tornare in chiesa.
 
Qui, durante una celebrazione, sente il fegato scaldarsi lentamente: “So che può sembrare incredibile – dice – ma la preghiera ha agito prima come analgesico e poi come cura. I 3 amici che si erano ammalati con me sono morti, mentre io sono ancora vivo ed in buona salute. Il mio lavoro teatrale è il minimo che potessi fare per ringraziare Dio”. Insieme agli amici, muore anche la figlia di Hanafusa-dayu.
 
Yumiko Ozeki dirige il gruppo di lavoro che porta in scena il “Vangelo in Bunraku”, e conosce l’autore da 15 anni: “La narrazione rilancia l’immaginazione, e questa fa sembrare vive le marionette. Prima di ogni performance, Hanafusa-dayu spiega al pubblico cosa sia il bunraku e racconta la sua storia personale: anche se chi viene non sa nulla di teatro, o di cristianesimo, rimane molto colpito ed ogni volta chiede di saperne di più”.
 
L’ultima grande rappresentazione si è tenuta il mese scorso nella cattedrale di Sapporo, la Kita-Ichijo: erano presenti 500 persone, fra cristiani e non cristiani, che alla fine dello spettacolo si sono fermate insieme per un momento di preghiera e riflessione comune.
 
Hanafusa-dayu  sottolinea che la sua opera, nata come un ringraziamento, è stata perfezionata per divenire strumento di evangelizzazione, presentato in una forma d’arte tradizionale giapponese in modo da far conoscere Cristo ai suoi compatrioti in una maniera più vicina alla loro cultura.
 
Ora però il “Vangelo in Bunraku” ha un nuovo obiettivo: “Il mio sogno – dice Hanafusa-dayu – è quello di portare lo spettacolo in giro per il mondo, in modo da ringraziare coloro che hanno portato il cristianesimo in Giappone e dimostrare loro come sia possibile fare inculturazione di ritorno", testimoniando i frutti del primo annuncio.