Ministri dei G 7: l’economia globale rallenta
Crisi dei mutui Usa, inflazione e una generale incertezza inducono al pessimismo i 7 Paesi più industrializzati, almeno per il breve termine. C’è un generico impegno a collaborare per la stabilità finanziari, ma mancano proposte concrete. “Raccomandazioni” ai produttori di petrolio e alla Cina.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) –I ministri economici dei 7 Paesi più industrializzati, riuniti oggi a Tokyo, prevedono che l’economia potrà ancora rallentare e diminuire la crescita globale, seppure le fondamenta del sistema rimangono solide. Essi però non hanno proposto contromisure specifiche.

In una dichiarazione, ministri e banche centrali dei G 7 ritengono la situazione economica mondiale più “difficile e incerta” rispetto all’ultimo loro incontro lo scorso ottobre. “In tutte le nostre economie – dicono - in diversa misura, la crescita rallenterà ancora nel breve periodo, come pure sarà per l’economia globale”. Tra le principali cause, essi indicano un possibile “ulteriore deterioramento del mercato immobiliare Usa”, il peggioramento delle condizioni per i finanziamenti e la previsione di un’alta inflazione in alcuni Paesi.

La crisi dei mutui subprime Usa ha portato gravi perdite a molte istituzioni finanziarie  - in particolare banche -  soprattutto di Stati Uniti ed Europa, impegnate con grandi investimenti in questo settore. La scorsa settimana il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso la previsione sulla crescita economica globale: da 4,4% a 4,1%, la più bassa da 5 anni.

I ministri finanziari di Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada si dicono “pronti ad ogni azione necessaria per aumentare la stabilità del mercato finanziario”, ma non indicano interventi immediati e coordinati, ad esempio in campo economico o nel mercato azionario. Ha prevalso la linea del ministro britannico alle Finanze Alistair Darling, che ha osservato che “nei diversi Paesi la situazione è differente”, per cui ritiene che ognuno debba agire secondo le proprie necessità.

Le misure indicate sono quelle note: la raccomandazione ai produttori di petrolio di aumentare la produzione per contenere i prezzi, nonché la richiesta a Pechino di permettere una adeguata rivalutazione dello yuan.

Il Giappone ha consigliato meccanismi per costringere banche e istituzioni finanziarie a essere più trasparenti nei loro accordi.

Mentre utti i Paesi del G 7 hanno avuto negli ultimi anni una crescita lenta, le economie di Cina, India, dell’Asia orientale e del sudest sono cresciute rapide. Ma c’è preoccupazione che la crisi Usa colpisca anche l’Asia, la cui produzione è molto dipendente dalle esportazioni Usa e dagli investimenti esteri.