Hezbollah minaccia “guerra aperta” contro Israele
Nasrallah dice che la lotta proseguirà fino alla scomparsa dello Stato ebraico. Ai funerali di Moughniyah ha preso parte il ministro degli esteri iraniano. Damasco annuncia prove irrefutabili su chi ha organizzato l’attentato.
Beirut (AsiaNews) – “Se volete la guerra aperta, l’avrete!”: Hezbollah minaccia così, per bocca del suo massimo esponente, Hassan Nasrallah, Israele, accusato di essere responsabile dell’uccisione di Imad Moughniyah, capo militare della stessa organizzazione, mercoledì, a Damasco.
 
Accuse e minacce contro lo Stato ebraico – che nega ogni coinvolgimento – hanno segnato, ieri, i funerali dell’esponente di Hezbollah, al quale in Occidente si imputavano sanguinosi attentati e rapimenti, tanto da essere definito come il terrorista che, prima dell’11 settembre, aveva causato la morte del maggior numero di americani. Per i servizi israeliani era anche il principale collegamento tra l’Iran e Hezbollah. Sta di fatto, che alle esequie era presente il ministro degli esteri di Teheran, Manouchehr Mottaki, che ha letto un messaggio di condoglianze del presidente Ahmadinejad, mentre la Guida suprema iraniana Ali Khamenei ne ha inviato un altro a Nasrallah, nel quale si esalta il “martirio” di Moughniyah.
 
“Martire di Allah” l’ucciso è stato chiamato anche dal segretario generale del Partito di Dio che si è rivolto contro Israele, dicendo “voi avete ucciso fuori dal vostro territorio naturale, avete oltrepassato le frontiere”. “Sionisti – ha aggiunto – se volete questo tipo di guerra aperta, tutto il mondo ascolti, questa è guerra aperta”. Sotto la pioggia, Nasrallah ha sostenuto che la guerra con Israele, cominciata nell’estate del 2006, non è finita e continuerà fino alla sparizione dello Stato ebraico.
 
Non tace neppure l’altro sponsor di Hezbollah, la Siria. Il ministro degli esteri di Damasco, Walid al-Moualem, ha infatti annunciato che il suo Paese presenterà presto “irrefutabili” prove su chi è dietro l’uccisione di Moughniyah. Rispondendo poi ai giornalisti, Moualem ha affermato che l’accaduto ha ucciso anche “ogni sforzo di rivitalizzare il processo di pace” con Israele”. (YH)