Pressing arabo sulla Siria per l’elezione del presidente libanese
Egitto ed Arabia Saudita minacciano il boicottaggio del vertice della Lega Araba a Damasco. Il patriarca Sfeir sottolinea la necessità che le fazioni superino la distanza che le divide.
Beirut (AsiaNews) – Egitto ed Arabia Saudita potrebbero disertare la riunione di Damasco della Lega araba, in programma per il 27 e 28 marzo, se per allora il Libano non avrà un presidente. Lasciata filtrare da ambienti diplomatici, e non è la prima volta, la minaccia che rischia di svuotare il summit arabo, con grave smacco siriano, appare come un evidente mezzo di pressione su Damasco. L’obiettivo è spingere la Siria a convincere i suoi alleati libanesi a consentire l’elezione del capo dello Stato del Paese dei cedri.
 
Significativo il fatto che echi di tali ipotesi si trovino, oltre che sulla stampa libanese, anche in quella di Paesi del Golfo e che il segretario della Lega, Amr Moussa, abbia confermato un suo ritorno a Beirut prima della prossima riunione del Parlamento per eleggere il capo dello Stato, in programma il 26.
 
A Beirut, intanto, la tensione cresce. Nella notte tra sabato e domenica ci sono stati almeno 20 feriti in seguito a scontri tra fautori della maggioranza e dell’opposizione nella zona occidentale della capitale. I gruppi si accusano reciprocamente di aver attaccato i rivali.
 
E “l’ampiezza della divisione tra i libanesi” è stata sottolineata con preoccupazione dal patriarca maronita Nasrallah Sfeir. Ieri, nel corso della celebrazione dominicale, il cardinale ha preso spunto dalla “distanza” che c’era giovedì tra le due manifestazioni svoltesi a Beirut, l’una a favore della maggioranza governativa, l’altra per i funerali di Imad Moughniyah, capo militare di Hezbollah, che pure hanno avuto luogo quasi contemporaneamente ed in luoghi non lontani l’uno dall’altro. Dovere dei libanesi, ha sottolineato il patriarca, è quello di riavvicinarsi per salvare il loro Paese, perché essi sono i soli a poterlo fare.