L’Iran vende gas alla Cina e spezza l’embargo occidentale
La cinese Cnooc sfrutterà i ricchi giacimenti di gas di Pars settentrionale. Gli sforzi Usa per isolare Tehran permettono a Cina e Russia di concludere lucrosi accordi senza concorrenza. Mosca vuole integrare la “griglia” energetica di Tehran nella propria, per rifornire tutta l’Asia centrale.

Tehran (AsiaNews/Agenzie) – L’Iran ha siglato oggi l’accordo con la China National Offshore Oil Corp. (Cnooc) per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi settentrionali di Pars, per un valore stimato di 16 miliardi di dollari.

L’accordo è allo studio dalla fine del 2006. Tehran vuole esportare il gas di Pars, che si stima sia pari a 2,27 trilioni di metri cubi, sotto forma di gas liquefatto. Si prevede di produrre 34 milioni di metri cubi al giorno.

L’Iran ha la seconda maggior riserva di gas al mondo dopo la Russia ed è al secondo posto per i giacimenti petroliferi dopo l’Arabia Saudita. I tentativi degli Stati Uniti di isolare il Paese, a causa delle suo programma nucleare, si infrangono per i lucrosi accordi energetici che Tehran conclude con Cina, Russia e altri Paesi. E’ il terzo maggior fornitore di greggio alla Cina.

Lo scorso dicembre la cinese Sinopec Group., collegata con la Sinopec Corp., ha ottenuto la gestione dello sviluppo della zona petrolifera di Yadavaran. Di recente la russa Gazprom ha ottenuto lo sfruttamento di “due o tre” blocchi del giacimento di Pars meridionale, che l’Iran divide con il Qatar ed è stimato il più grande al mondo. Poiché la Gazprom fornisce l’intera Europa occidentale, si prevede che parte di questo gas finirà proprio in Europa, aggirando l’embargo occidentale.

Nonostante i ricchi giacimenti, l’Iran ora esporta gas solo a Turchia e Armenia, per una quantità pari appena all’1% delle esportazioni mondiali. Ma Seyed Reza Kasaeizadeh, direttore della Compagnia nazionale iraniana del gas, prevede che entro 20 anni coprirà il 10% della domanda mondiale. Intanto ha iniziato lo sfruttamento del grande giacimento di Azadegan nel Khuzestan, che si prevede contenga almeno 33 miliardi di barili di greggio. Ora produce solo 25mila barili al giorno, perché la tecnologia iraniana non è molto avanzata. Per questo Tehran ha bisogno della tecnologia di altri Paesi. Anche per sfruttare i giacimenti del Mar Caspio a oltre 6mila metri sotto il fondale. Anche la brasiliana Petrobras è interessata alla ricerca.

Mosca e Tehran hanno anche firmato una “lettera di intenti” per la costruzione di una "rete di trasmissione energetica", con finanziamenti soprattutto russi. Quando sarà fatta l’Iran, che già scambia energia con Armenia, Azerbaigian e Turkmenistan, sarà integrato con la rete Russa e i due Paesi insieme saranno in grado di coprire la domanda di energia di tutta l’Asia centrale e del Caucaso. (PB)