Papa: Sant’Agostino, modello di una conversione “che dura una vita”
Benedetto XVI conclude il ciclo di riflessioni sulla figura del vescovo di Ippona sottolineandone il cammino verso la conoscenza di Dio e sottolineando la sua “personale devozione e riconoscenza” verso un “appassionato ricercatore della verità” che ha influito sulla sua vita di “sacerdote e di teologo”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’umanità di oggi “ha bisogno di riscoprire che Dio è amore”, e su questo fondare la sua speranza, come sedici secoli fa fece Sant’Agostino, una figura alla quale Benedetto XVI si sente “molto legato”, verso la quale ha “personale devozione e riconoscenza” e che ha avuto “influenza” sulla sua vita di “sacerdote e di teologo”.
 
Quinta ed ultima riflessione sul vescovo di Ippona da parte del Papa nei discorsi per l’udienza generale. Quella di oggi è stata divisa tra la basilica di San Pietro e l’aula Paolo VI per la grande affluenza di fedeli. Alle oltre diecimila persone presenti, Benedetto XVI in quest’ultima occasione ha voluto evidenziare di Agostino l’essere “uno dei più grandi convertiti della storia cristiana”, un uomo che ha compiuto un ”vero cammino” di conversione “che dura tutta la vita”, “un modello per ciascuno”.
 
Toni ed accenti personali hanno oggi evidenziato, anche al di là di ciò che ha detto, il rapporto che Benedetto XVI sente di avere con Agostino. Come quando ha ricordato la visita a Pavia dello scorso aprile, quando “ho riconsegnato alla tomba di questo grande innamorato di Dio la mia prima enciclica”, intitolata appunto sull’amore divino, o quando ha ricordato “il sogno” del giovane Agostino di stare in monastero per dedicarsi allo studio ed alla contemplazione.
 
Dedicata dunque alla conversione di Agostino, la riflessione papale ha evidenziato come essa è un “itinerario che non si conclude la veglia di Pasqua del 387” quando Sant’Ambrogio gli detto il battesimo, ma è un “vero cammino” durato tutta la vita di “un appassionato ricercatore della verità”. In tale direzione lo stimolò anche l’incontro con la filosofia, che indicava l’esistenza del Logos, la ragione creatrice, “però non indicava come raggiungerlo”, finché la lettura di San Paolo gli aprì la via a Cristo.
 
Allora come oggi, l'incontro con Dio è “la sola risposta alle inquietudini del nostro cuore”, “anche oggi, come al suo tempo, l'umanità ha bisogno di conoscere e vivere questa realtà fondamentale”, che Dio, è “l’unico salvatore che ci salva, ci purifica, ci dà la vera gioia e la vera vita”, ha bisogno di “conoscere e soprattutto vivere questa realtà, che Dio è amore”.