Polemiche ad Ankara dopo l’inizio del ritiro dell’esercito dal Kurdistan
La stampa concorda nel porre in collegamento la decisione dei militari con le pressioni americane di porre fine al raid. Lo stesso capo dello Stato interviene per confermare che si è trattato di una decisione “nazionale”.
Ankara (AsiaNews) – Prende corpo il ritiro delle truppe turche dal Kurdistan iracheno, ma, mentre i militari affermano che esso è dovuto al raggiungimento degli obiettivi fissati, si accende la polemica di chi vede la decisione del ritiro collegata con pressioni statunitensi in tal senso. Oggi la stampa turca pone in rilievo come l’annuncio del ritiro dall’Iraq sia “inaspettatamente” – scrive Hurryet – giunta il giorno dopo l’arrivo del segretario Usa alla difesa, Robert Gates e la richiesta di Bush perché l’intervento in Kurdistan fosse breve e cauto.
 
La coincidenza tra la presenza di Gates e l’inizio del ritiro dell’esercito è evidenziata anche da altri organi di informazione. Così, il Turkish Daily News rileva che esso è avvenuto “ore dopo il messaggio americano”. Gli Stati Uniti, spiega il quotidiano, debbono bilanciare gli interessi turchi e quelli curdi. Da parte su Yeni Safak intitola “Cosa è successo durante la visita di Gates ad Ankara?”.
 
La polemica ha coinvolto il premier Recep Tayyp Erdogan ed ha visto il presidente della Repubblica, Abdullah Gul, affermare che “naturalmente io sapevo quando le truppe si sarebbero ritirate. Ma non si possono rendere pubbliche tutte le fasi dell’operazione”. L’esercito turco nega qualsiasi rapporto tra la visita di Gates ed il ritiro ed ha diffuso una serie di foto (ne riproduciamo una) per mostrare le difficoltà affrontate dai militari nel corso dell’operazione condotto contro il PKK. “Non è stata una vacanza”, riassume Vatan.
 
Il New Anatolian, infine, afferma che la Turchia ha accettato la richiesta di ritirare le proprie truppe dopo che gli Stati Uniti hanno promesso il loro sostegno a future, limitate operazioni contro il PKK.