La Malaysia si prepara alle elezioni “più sporche” della sua storia
Lo denunciano opposizione politica e gruppi per i diritti umani alla vigilia del voto di domani per il Parlamento e per le legislative locali. Praticamente scontata la vittoria della coalizione al governo, BN. Circa 9mila “elettori fantasma” ultracentenari.
Kuala Lumpur (AsiaNews) – Ultimo giorno di campagna elettorale nella Malaysia, che domani si reca alle urne per le elezioni generali. I sondaggi favoriscono la formazione del premier Abdullah Badawi - il partito Umno a capo della coalizione Barisan Nasional (BN) a guida del Paese da 50 anni. Questa perderebbe, però, terreno a favore dell'opposizione. Fattore determinante saranno i voti delle minoranze etniche, cinese e indiana, come pure di quelle religiose, che lamentano politiche discriminatorie a favore della maggioranza malay di fede musulmana.
 
In ballo ci sono 222 seggi al Parlamento; si vota anche per le legislative in 12 dei 13 Stati della Federazione. Gruppi per i diritti umani e l’opposizione politica interna denunciano che si tratterà delle “elezioni più sporche” della storia del Paese. Human Rights Watch accusa il governo di manipolare il processo elettorale. La Commissione elettorale (EC) ha cancellato l’utilizzo dell’inchiostro indelebile per segnare gli elettori già recatisi alle urne. L’opposizione ha condannato l’iniziativa e punta il dito contro “l’accordo tra EC e governo centrale”.
 
La “Coalizione per elezioni trasparenti e giuste” – alleanza di gruppi della società civile, meglio conosciuta come Bersih – parla di “numerosi cittadini fantasma” presenti nelle liste elettorali, che servirebbero ad alterare i risultati a favore della maggioranza. Un’indagine del gruppo ha rivelato l’esistenza di 9mila aventi diritto al voto in età superiore ai 100 anni.
 
Abdullah ha puntualmente respinto ogni accusa. Sta di fatto che nel Paese è diffuso il malcontento popolare nei suo confronti. Alimentato dai prezzi crescenti, dalle dilaganti criminalità, violenza, dall'impatto occupazionale negativo della manodopera straniera a basso prezzo e dalle accuse di discriminazione delle forti minoranze etniche e religiose. Il noto analista Shamsul Amri Baharuddin traccia l’ipotesi di una forte polarizzazione dell’elettorato: “ Da una parte la predominante popolazione di etnia malay extra-urbana a favore dell’attuale governo e dall’altra la crescente popolazione cittadina non-musulmana in sostegno all’opposizione”. Ma secondo l’esperto si tratta di uno scenario poco probabile: sul sentimento anti-establishment prevarrà il pragmatismo e ancora una volta si voterà per la stabilità.