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Papa: Seguiamo Gesù, il nuovo Tempio, con cuore giovane, libero da pregiudizi e interessi
Davanti a decine di migliaia di giovani radunati per la Giornata della gioventù, prima di Sydney 2008, Benedetto XVI chiede ai cristiani di non farsi dominare dagli “affari” e dalla “idolatria”, per avvicinare anche i non cristiani alla fede con il servizio e l'amore. Alla preghiera universale, la prima è in cinese.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Per incontrare Dio bisogna divenire capaci di vedere col cuore. Dobbiamo imparare a vedere con un cuore da bambino, un cuore giovane, che non è ostacolato da pregiudizi e non è abbagliato da interessi. Così, nei piccoli che con un simile cuore libero ed aperto riconoscono Lui, la Chiesa ha visto l’immagine dei credenti di tutti i tempi, la propria immagine”. É questo l’invito che Benedetto XVI ha rivolto agli oltre 60 mila fedeli radunati in piazza san Pietro per celebrare la XXIII Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano, in preparazione alla Gmg 2008 internazionale che si terrà a Sydney.
Alla messa della domenica delle Palme, che inizia i riti solenni della Settimana Santa, erano presenti decine di migliaia di giovani
Nella sua omelia, dopo la lettura della Passione secondo Matteo, il papa ha preso spunto dal ricordo che si fa oggi dell’arrivo di Gesù a Gerusalemme, accolto dalla folla in festa, per mettere in luce l’episodio in cui Gesù, entrando nel tempio, scaccia “commercianti di bestiame e cambiavalute che occupano con i loro affari il luogo di preghiera”. Lo spazio dove avveniva questo commercio era “l’atrio dei pagani”, il luogo destinato alla preghiera dei non israeliti. “Il Dio d’Israele – commenta il pontefice - era appunto l’unico Dio di tutti i popoli. E anche se i pagani non entravano, per così dire, nell’interno della Rivelazione, potevano tuttavia, nell’atrio della fede, associarsi alla preghiera all’unico Dio. Il Dio d’Israele, il Dio di tutti gli uomini, era in attesa sempre anche della loro preghiera, della loro ricerca, della loro invocazione. Ora, invece, vi dominavano gli affari”.
Benedetto XVI si domanda se anche i cristiani di oggi non sono soffocati così tanto da “avidità” e “idolatria” da rendere difficile per i non cristiani l’adesione alla fede: “É la nostra fede abbastanza pura ed aperta, così che a partire da essa anche i ‘pagani’, le persone che oggi sono in ricerca e hanno le loro domande, possano intuire la luce dell’unico Dio, associarsi negli atri della fede alla nostra preghiera e con il loro domandare diventare forse adoratori pure loro? La consapevolezza che l’avidità è idolatria raggiunge anche il nostro cuore e la nostra prassi di vita? Non lasciamo forse in vari modi entrare gli idoli anche nel mondo della nostra fede? Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario?”.
La “purificazione del tempio”, però, è più di una “lotta agli abusi”: essa significa “una nuova ora della storia”, in cui Gesù stesso si offre come Nuovo Tempio, il nuovo luogo in cui si incontra Dio.
“La purificazione del tempio – spiega il papa - come culmine dell’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme, è insieme il segno della incombente rovina dell’edificio e della promessa del nuovo Tempio; promessa del regno della riconciliazione e dell’amore che, nella comunione con Cristo, viene instaurato oltre ogni frontiera”.
“Immediatamente dopo la parola di Gesù sulla casa di preghiera di tutti i popoli, l’evangelista [Matteo] continua così: ‘Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed Egli li guarì’. Inoltre, Matteo ci dice che dei fanciulli ripeterono nel tempio l’acclamazione che i pellegrini avevano fatto all’ingresso della città: ‘Osanna al figlio di Davide’ (Mt 21, 14s). Al commercio di animali e agli affari col denaro Gesù contrappone la sua bontà risanatrice. Essa è la vera purificazione del tempio. Egli non viene come distruttore; non viene con la spada del rivoluzionario. Viene col dono della guarigione. Si dedica a coloro che a causa della loro infermità vengono spinti agli estremi della loro vita e al margine della società. Gesù mostra Dio come Colui che ama, e il suo potere come il potere dell’amore. E così dice a noi che cosa per sempre farà parte del giusto culto di Dio: il guarire, il servire, la bontà che risana”.
“E ci sono poi i fanciulli che rendono omaggio a Gesù come figlio di Davide ed acclamano l’Osanna. Gesù aveva detto ai suoi discepoli che, per entrare nel Regno di Dio, avrebbero dovuto ridiventare come i bambini. Egli stesso, che abbraccia il mondo intero, si è fatto piccolo per venirci incontro, per avviarci verso Dio”.
Per questo, il pontefice sottolinea ancora, “nei piccoli che con un simile cuore libero ed aperto riconoscono Lui, la Chiesa ha visto l’immagine dei credenti di tutti i tempi, la propria immagine”.
E conclude: “Cari amici, in questa ora ci associamo alla processione dei giovani di allora – una processione che attraversa l’intera storia. Insieme ai giovani di tutto il mondo andiamo incontro a Gesù. Da Lui lasciamoci guidare verso Dio, per imparare da Dio stesso il retto modo di essere uomini. Con Lui ringraziamo Dio, perché con Gesù, il Figlio di Davide, ci ha donato uno spazio di pace e di riconciliazione che abbraccia nella Santa Eucaristia il mondo. PreghiamoLo, affinché diventiamo anche noi con Lui e a partire da Lui messaggeri della sua pace, affinché in noi ed intorno a noi cresca il suo Regno”.
Prima di terminare la messa con l’Angelus, dopo aver ricordato il sacrificio di mons. Paulos Faraj Rahho, arcivescovo di Mosul, morto mentre era tenuto in cattività da alcuni rapitori (ne parliamo in un altro articolo), Benedetto XVI ha salutato tutti i giovani che si preparano alla Gmg di Sydney:
“Ed ora, cari fratelli e sorelle – ha detto - rinnovo a tutti voi il mio cordiale saluto. Lo rivolgo in modo speciale ai giovani, venuti da molti Paesi del mondo in occasione della Giornata della Gioventù, che l’amato Servo di Dio Giovanni Paolo II volle legare alla Domenica delle Palme. Il mio pensiero va in questo momento a Sydney, in Australia, dove fervono i preparativi per il grande incontro che avrò là con i giovani di tutto il mondo dal 15 al 20 luglio prossimo. Ringrazio la Conferenza Episcopale Australiana, in particolare il Cardinale Pell Arcivescovo di Sydney e i suoi collaboratori, per tutto il lavoro che stanno compiendo con tanto impegno; come pure sono grato alle Autorità australiane, sia federali sia statali, per il generoso sostegno offerto a questa importante iniziativa. Arrivederci a Sydney!”.
Alla Gmg in Australia sono attesi giovani da tutto il mondo. È anche sicura la partecipazione di alcuni giovani della Chiesa cinese. Quasi a ricordare il forte legame fra la Chiesa universale e quella cinese, alla messa delle Palme oggi in piazza san Pietro, la prima preghiera nelle invocazioni universali, è stata ffidata proprio a un giovane cinese, che ha pregato per il papa e per la missione della Chiesa nel mondo.
FOTO: CPP