In 4mila contro le operazioni di guerra al santuario di Nostra Signora di Madhu
di Melani Manel Perera
Oggi alla cattedrale di S. Sebastiano migliaia di fedeli hanno risposto all’invito del vescovo di Mannar per una giornata di preghiera e protesta pacifica: no all’escalation di violenze intorno al santuario. In questi giorni colpita anche una casa di missione locale.
Colombo (AsiaNews) – La Chiesa in Sri Lanka lancia un forte appello al governo e ai ribelli tamil perché rispettino la zona del santuario mariano di Madhu, teatro di un’escalation di operazioni militari che hanno colpito anche alcuni obiettivi cristiani nella zona. A lanciare l’allarme è il vescovo di Mannar, mons. Rayappu Joseph, che allo stesso tempo ha consegnato alle autorità locali un memorandum di intesa, già inoltrato al presidente Rajapakse come pure ai vertici delle Tigri tamil.
 
Per sottolineare l’urgenza della situazione, oggi alla cattedrale di S. Sebastiano a Mannar, si sono riunite 4mila persone rispondendo alla chiamata del presule per una giornata di preghiera. P. Arul Raj, assistente del parroco della cattedrale, spiega ad AsiaNews: “Abbiamo invitato tutti i cattolici e gli uomini di buona volontà ad unirsi nel nostro grido con cui chiediamo a Colombo e alle Tigri di smettere di abusare del santuario di Madhu per i loro scopi politici e militari”.
 
Ieri il ministro della Difesa ha parlato di colpi di mortaio esplosi dai ribelli contro il santuario. Colpito anche l’ospedale Murunkan e una locale casa di missione. Ma di quest’ultimo attacco non si conoscono i responsabili. Al momento nel santuario mariano si trovano tre sacerdoti, quattro suore e sei laici.
Infine mons. Joseph nella sua lettera indice per venerdì prossimo, 4 aprile, una giornata di preghiera e digiuno e chiede la recita del rosario ogni sabato “perché sia pace nella nostra cara terra”.