Aviaria, la Cina conferma contagio da uomo a uomo
Si tratta di un caso avvenuto a dicembre: padre e figlio avevano entrambi contratto il virus H5N1. Il giovane non è sopravvissuto. Non è il primo caso, ma è esclusa la temuta mutazione.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità sanitarie cinesi confermano oggi un caso di contagio da uomo a uomo di influenza aviaria, avvenuto a dicembre scorso nella provincia di Jiangsu: un padre di 52 anni ed il figlio di 24 avevano contratto il virus H5N1 ad una settimana di distanza uno dall’altro. Il giovane è morto, ma l’uomo è riuscito a sopravvivere grazie alla somministrazione di anti-virali e con un vaccino di prova. All’epoca l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva solo detto di “non escludere” la possibilità di una trasmissione uomo a uomo. E oggi è arrivata la conferma.
 
Per il ragazzo è stata fatale la visita ad un mercato di pollame. Il padre, invece, non avrebbe avuto un’esposizione diretta a volatili infetti, l’unica esposizione “a rischio” è risultata la vicinanza al figlio. Il virus presente nel sangue dei due parenti era praticamente identico da punto di vista genetico.
 
Il passaggio del virus H5N1 tra esseri umani si è già verificato una dozzina di volte in Paesi come Cambogia, Thailandia, Vietnam e Pakistan. Per la maggior parte il contagio è stato rilevato nel sangue di familiari che erano stati in stretto contatto e il virus non si è mai diffuso in modo endemico nella comunità. Ma gli scienziati temono ancora un mutamento che possa portare ad una pandemia.
 
La cosiddetta influenza dei polli si diffonde con gli uccelli migratori e passa agli esseri umani anche attraverso il contatto con volatili d’allevamento infetti. I focolai che periodicamente si accendono soprattutto nel sudest asiatico hanno portato all’abbattimento di milioni e milioni di animali. Secondo gli studiosi è necessario cambiare le pratiche di allevamento, specialmente nei Paesi asiatici dove gli animali vivono a contatto con gli uomini nei cortili delle case.
 
E' dal dicembre 2003 che, con successivi allarmi dalla Corea del Sud e dal Vietnam, si è profilata la pericolosità del virus H5N1 che per gli uccelli ha una mortalità del 100%. Di una trasmissione all’uomo si è iniziato a parlare nel 2004. Da allora ci sono stati 378 casi accertati di contagio umano, con 238 decessi in tutto il mondo.