Minacce e attacchi di stampa contro i cattolici di Dong Da
di J.B. An Dang
Convocato il superiore dei Redentoristi, le autorità hanno lanciato una campagna di accuse su televisione e giornali nazionali, con accuse verso i fedeli che chiedono la restituzione del terreno della parrocchia di Nostra Signora del perpetuo soccorso di Hanoi e la richiesta di una “azione drastica” nei loro confronti.
Hanoi (AsiaNews) – L’ultima minaccia sembra abbia ad obiettivo padre Vu Khoi Phung, superiore dei Redentoristi in Vietnam, al quale è stato ordinato di presentarsi davanti al Comitato del popolo del distretto di Dong Da, dove potrebbe essere arrestato. Scaduto l’ultimatum del 6 aprile che imponeva ai manifestanti di abbandonare il terreno della parrocchia di Nostra Signora del perpetuo soccorso di Hanoi, del quale chiedono la restituzione, la vicenda appare al momento ferma proprio sul piano delle minacce e degli attacchi di stampa.
 
Da lunedì, infatti, la televisione ed i quotidiani nazionali riferiscono della vicenda affermando che si stanno occupando terreni dello Stato, si sta disturbando l’ordine pubblico, si fanno riunioni illegali di preghiera in aree pubbliche e si erigono, pure illegalmente, crocefissi ed immagini della Vergine. Niente di tutto ciò, invece, appare nei media vietnamiti in inglese e francese, destinati cioè agli stranieri ed all’aspetto internazionale del Paese.
 
Preoccupazione crea la richiesta, pure avanzata dai media nazionali, di una “azione drastica” contro i manifestanti che, dal 6 gennaio, si riuniscono pacificamente in preghiera nel terreno della parrocchia. Attualmente qualche centinaio vi ha eretto delle tende ed ogni giorno, dopo la messa del mattino e quella della sera, i Redentoristi guidano una processione con una grande croce. Chiedono così la restituzione dell’area da loro acquistata nel 1928: 60mila metri quadri sui quali furono costruiti la chiesa, il convento ed il seminario. Nel 1954, con la conquista del potere da parte dei comunisti, i religiosi furono imprigionati o deportati. I 60mila metri quadrati del loro terreno furono ridotti a 2.700. Il resto fu via via usato dalle autorità pubbliche. Da allora, a più riprese, sono state avanzate petizioni per chiedere la restituzione dei terreni, sui quali è stato costruito un ospedale e sono state fatte cessioni a compagnie statali e membri del governo. Il caso più recente, di inizio anno, è la cessione di una parte di terreno ad una compagnia di confezioni, la Chiến Thắng.
 
Sul posto, ora, ci sono agenti in uniforma ed in borghese che apertamente fotografano e filmano i presenti.