Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – La polizia ha arrestato almeno 505 esuli tibetani, tra cui molti monaci e suore, in almeno tre distinte proteste nei pressi dell’ambasciata cinese e dell’ufficio delle Nazioni Unite a Kathmandu. Ma domani le maggiori comunità cinesi all’estero scendono in piazza contro "le menzogne della stampa occidentale" e a favore delle Olimpiadi.
In Nepal le proteste pro-Tibet, sospese per le votazioni, sono riprese da tre giorni. La polizia, che presidia le strade in forze, ripete che non saranno consentite proteste contro nazioni amiche, come la Cina. Gli arrestati in precedenti proteste sono stati rilasciati dopo una notte. Le Nazioni Unite hanno criticato il Nepal per l’uso di eccessiva forza contro proteste pacifiche, spesso bastonando i manifestanti o trascinandoli per la strada. Il partito maoista, che è accreditato di avere vinto le elezioni, è critico verso le proteste tibetane e appoggia il Partito comunista cinese.
Intanto in Cina si estende la protesta antiestera, con crescenti inviti a boicottare i prodotti dei Paesi accusati di sostenere l’indipendenza del Tibet. I siti internet cinesi sono invasi da inviti a non comprare merci francesi e a boicottare i 122 grandi magazzini cinesi della catena Carrefour, dopo che a Parigi le proteste pro-Tibet hanno interrotto il percorso della torcia. E’ dovuta intervenire la statale Xinhua per invitare la gente a contenere “la foga patriottica” e a non compromettere la politica cinese di apertura alle merci e agli investimenti esteri, ma a trasformare questo zelo “nell’azione concreta di fare meglio il proprio dovere”. Il gruppo Carrefour impiega circa 40mila cinesi.
Per domani a Londra, Parigi, Berlino e altrove sono previste manifestazioni di decine di migliaia di cinesi che ci risiedono. “Per dimostrare – dice da Parigi uno studente cinese su un sito online - il sostegno alle Olimpiadi di Pechino e protestare contro i prevenuti media occidentali”, accusati di avere riportato solo le proteste anticinesi avvenute a Londra, Parigi e S.Francisco ignorando le molte migliaia di cinesi presenti che hanno accolto il passaggio della torcia con gioia e orgoglio. Le comunità cinesi all’estero programmano manifestazioni in tutto il mondo, dall’Australia all’Olanda. Per il 20 aprile sono attesi in migliaia davanti al parlamento di Ottawa.