L’Afghanistan potrebbe sfamare la popolazione ed evitare la crisi mondiale del cibo
Basterebbe sostituire la massiccia produzione di oppio con quella di grano e si potrebbe sfamare la popolazione afgana di cui almeno il 70% soffre la fame. Un’indagine della FAO, l’agenzia Onu per il cibo e l’agricoltura, ha rivelato che destinando più fondi agli impianti di irrigazione il sogno potrebbe diventare realtà.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) – Se invece di campi di papaveri ci fossero distese di frumento 18 milioni di afgani che oggi soffrono la fame avrebbero una produzione di cibo sufficiente. Con queste dichiarazioni - che appaino un po’ ingenue - gli esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per il cibo e l’agricoltura (FAO) hanno dichiarato che utilizzando meglio i fondi internazionali si può realizzare lo sviluppo di nuovi impianti di irrigazione e tecnologie per l’agricoltura. Ma la cosa più difficile è convincere gli agricoltori afgani a trasformare le proficua coltivazione di oppio a favore di grano, frutta e verdura.

Secondo dati forniti dall’Onu, l’Afghanistan destina 193 mila ettari di terreni alla coltivazione dei papaveri e produce oltre il 90% dell’oppio in circolazione. Le stime rivelano che entro la fine del 2008 si conteranno più di 8200 tonnellate di oppio grezzo.

Secondo alcuni esperti tuttavia, la crisi economica mondiale e i prezzi del cibo che impazzano ovunque potrebbero spingere gli agricoltori a convertire i campi di papaveri in grano. Infatti, il prezzo del grano è schizzato da 157 dollari per tonnellata a gennaio 2007 fino a 500 dollari ad aprile di quest’anno.

Tekeste Ghebray Tekie, rappresentate della FAO in Afghanistan, è sicuro che coltivando grano con appropriati impianti di irrigazione, si possono ottenere più di 2 tonnellate e mezzo per ettaro. “Se si usa questa terra – ha detto Tekeste – per la coltivazione di verdura, frutta e anche cotone, è chiaro che il contributo alla sicurezza del cibo nel Paese sarà enorme”.

Prima dell’invasione sovietica nel 1979, l’Afghanistan aveva molte più terre irrigate, ma gli impianti sono andati distrutti durante la guerra. Dopo l’intervento militare statunitense nel Paese, iniziato ad ottobre del 2001, sono stati investiti 15 miliardi di dollari in aiuti internazionali. Secondo l’Oxfam tuttavia, dell’intera somma soltanto 300 milioni sono destinati all’agricoltura.

“L’impressione che si ha dall’esterno – ha commentato Tekeste – è che questo Paese sia montagnoso e poco fertile. Ma sia ad ovest che a nordovest e a sud la terra afgana è assolutamente feconda, al punto che si potrebbe arrivare addirittura all’esportazione di cibo”.