Le disavventure della torcia olimpica sull’Everest
Tempi ridotti e appuntamenti cancellati per i giornalisti; proibito riprendere qualunque cosa al di fuori della torcia che sale sul tetto del mondo. La Cina teme nuove rivolte e manifestazioni pro-Tibet.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La presenza di media stranieri sull’Everest per seguire il percorso della torcia olimpica sarà ridotta,  ufficialmente “a causa del maltempo”, ma molti pensano sia per timore di manifestazioni a favore del Tibet.

Ieri il portavoce del Bocog (Beijing Olympic organising committee) ha annunciato che i giornalisti che dovevano partire il 22 aprile per seguire l’evento sulla montagna più alta del mondo, dovranno ritardare  la partenza per almeno altri 4 giorni.

Anche la cerimonia di saluto per il cammino della torcia sul tetto del mondo, che doveva avvenire in un campo base a 5.500 metri, è stata cancellata. Il programma che rimane quello del puro cammino della torcia. E infine, i giornalisti che seguiranno l’evento potranno rimanere in Tibet solo per 13-14 giorni in tutto.

I cambiamenti del piano, stilato 3 mesi fa sono dovuti ufficialmente alle cattive condizioni meteo sulla montagna. Ma secondo i reporters accreditati, il cambiamento di programma mostra la difficoltà della Cina a portare occhi indiscreti nella regione tibetana, isolata da oltre un mese, dopo le rivolte dei monaci a Lhasa e nelle regioni vicine.

“Tutto ciò non ha niente a che fare con la situazione in Tibet” ha detto Wang Hui, il portavoce del Bocog.”È solo perché vi è un tempo incerto. Il monte Qomolangma [il nome cinese dell’Everest] non è un posto dove possa andare molta gente”.

Prima delle rivolte di marzo, l’ascesa della torcia sul monte Everest era pubblicizzata come il vertice della spettacolarità e del fascino di queste Olimpiadi.

Per il viaggio sull’Everest la Cina ha preparato una torcia speciale, diversa da quelle usate finora, per renderla capace di resistere nell’atmosfera di alta montagna, con possibili forti venti.

Secondo i reporters il nuovo piano non permette loro di acclimatarsi nel tempo dovuto alle temperature e all’altitudine. I responsabili del Bocog non hanno risposto a queste preoccupazioni.