C’è rischio epidemia: migliaia di contagi, stretti controlli su scuole e asili cinesi
Non si conoscono cure per l’enterovirus 71, si cerca di evitare i contagi per i bambini piccoli, i più colpiti con già 26 morti. Il virus è diffuso in varie province. L’Organizzazione mondiale della sanità esclude “pericoli” per le Olimpiadi, ma c’è polemica per il ritardo della notizia.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Salgono a 26 i bambini morti per l’epidemia di enterovirus 71 (EV71), che dall’Anhui (22 morti a Fuyang) si è estesa in Guangdong (tre morti, tra cui due bambini con meno di 2 anni a Foshan), Zhejiang (un morto),  Hubei, Shandong, Jiangxi ed Henan. La rapidità del contagio e la carenza di notizie sulla malattia, insieme al ritardo con cui l’epidemia è stata ammessa, inducono molti a temere una vera emergenza sanitaria, anche se l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) dichiara non esserci pericolo per le Olimpiadi. Intanto è stato lanciato un allarme nazionale: chiusi molti giardini d’infanzia e controlli stretti su scuole primarie e asili.

Secondo la statale Xinhua i contagi accertati due giorni fa erano già più di 5mila nel solo Anhui, ma sono segnalati centinaia di casi in altre province e si attendono gli esiti delle analisi per moltissimi bambini che mostrano i sintomi caratteristici (dolori a mani, piedi, bocca; febbre; mal di gola; eritema con bolle). E’ molto contagioso tramite contatto cutaneo o con le secrezioni di un malato e colpisce i bambini piccoli (specie sotto i due anni) che hanno minori difese immunitarie: in alcuni asili ci sono stati decine di casi in pochi giorni. Può creare danni a cervello, polmoni e cuore. Il virus si è diffuso a inizio marzo, ma le autorità hanno ammesso l’epidemia solo il 27 aprile dopo migliaia di contagi e numerose morti.

Hans Troedsson, rappresentante Oms in Cina, ha escluso oggi “qualsiasi minaccia per le Olimpiadi”, specie perché l’epidemia colpisce soprattutto i bambini piccoli e ritiene che si possa esaurire prima di agosto. Ma ha anche riconosciuto che “occorrono maggiori studi per capire meglio il virus”.

Quello che preoccupa, oltre alla rapida propagazione dell’epidemia, è proprio l’attuale scarsità di notizie sul virus, dopo quasi due mesi che è emerso, insieme al silenzio mantenuto dalle autorità fino alla settimana scorsa. E’ ancora vivo il ricordo dell’epidemia di Sars del 2003, che colpì 5.300 persone in Cina con più di 340 morti. Non si conoscono vaccini o farmaci antivirali specifici per prevenirlo o curarlo. Questo virus si è manifestato più volte nella regione Asia-Pacifico (nel 1998 a Taiwan ci sono stati oltre 80 morti), ma nella gran parte dei casi non è mortale (l’Oms ritiene queste morti causate da un edema polmonare conseguente all’infezione). Per questo si attende di verificare se il virus si sia evoluto in una nuova forma.