Spari, bombe e feriti a Beirut per lo sciopero appogiato da Hezbollah
di Paul Dakiki
La manifestazione indetta per protestare contro la situazione economica si è trasformata in una “spallata” al governo. Pur decisa da tempo, la protesta è giunta all’indomani della decisione del governo di opporsi fermamente ad alcune iniziative del Partito di Dio.
Beirut (AsiaNews) – Scontri, feriti, lanci di granate, spari, strade bloccate, aeroporto internazionale fermo, con tutti i voli cancellati: pesantissimo il bilancio dello sciopero indetto dal sindacato Gflu e appogggiato dall’opposizione con il dichiarato scopo di far dimettere il governo libanese. Manifestazione alla fine sospesa ed annunciata da tempo, ma singolarmente caduta all’indomani della decisione del governo di sospendere dall’incarico il responsabile della sicurezza dell’aeroporto, accusato di non aver imepdito a Hezbollah di piazzare nello scalo aereo delle telecamere per controllare chi arriva e chi parte. Una procedura del tutto illegale che, per il governo, è un ulteriore indizio del programma del Partito di Dio e dei suoi alleati di creare uno “Stato nello Stato”, come dimostra anche la centrale telefonica “segreta” pure creata da Hezbollah. Tutti atti dei quali è stata informata la Lega araba e dietro i quali la maggioranza vede la longa manus di Siria ed Iran.
 
Ieri, per fermare lo sciopero, il governo aveva deciso di elevare a 300 dollari i salari minimi. Misura giudicata insufficiante dal sindacato che ha indetto la manifestazione.
 
Il resto è quasi un bollettino di guerra. Alle 7 di questa mattina, camion carichi di terra e pietre hanno cominciato a scaricare il loro carico sulle strade per bloccare gli accessi alla città e l’autostrada per l’aeroporto. Manifestanti col volto coperto hanno dato sostegno al tentativo di blocco incendiando copertoni.
 
Le forze della sicurezza hanno reagito chiudendo le vie che portano alle abitazioni di alcuni leader della maggioranza, come Walid Jumblat. Alle 8.40, una granata provoca tre feriti. Si registrano scontri con gruppi anti-siriani della maggioranza. Poco prima di mezzogiorno la Voce del Libano dà notizia dell’arresto di tre membri del movimento sciita di Amal – all’opposizione – trovati in possesso di fucili. Poco dopo le 13, bombe e spari colpiscono un ufficio del movimento Al Mustaqbal, legato al leader della maggioranza, Saad Hariri. Un altro alle 14 viene centrato da un razzo, che provoca tre feriti. Si intensificano gli scontri tra le fazioni. A più riprese l’esercito spara in aria per disperdere i manifestanti.
 
Dal Qatar, dove è in visita, il patriarca maronita parla di “tensione dovuta ad interventi esteri ed alla mancanza di dialoo nazionale” ed esprime il suo appggio alla decisione del governo di bloccare la centrale telefonico di Hezbollah. “Non c’è un Paese al mondo – commenta – nel quale ci sono due Stati e due eserciti”.