Finisce la visita di Hu in Giappone, senza clamori né grandi contestazioni
Il primo viaggio all’estero dopo la repressione in Tibet, è servito solo a riaffermare la nuova “calda primavera” tra i due Paesi. Entrambi hanno molto da ricevere dall’altro, ma debbono superare decenni di accuse e diffidenze.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Finisce oggi il viaggio in Giappone del presidente Hu Jintao. Ieri sera Hu ha incontrato l’imperatore Akihito: entrambi hanno ribadito la reciproca volontà per rapporti sempre più stretti e proficui tra i due Stati. A Yokohama ha visitato una fabbrica per il riciclaggio di materiali. Ha più volte lodato la tecnologia nipponica per la conservazione dell’energia e il riciclaggio e ripetuto la volontà di “introdurre l’avanzata tecnologia giapponese per la tutela dell’ambiente in Cina”. Poi è andato a Osaka: zona che – ha ricordato Hu - ha sempre avuto grandi rapporti con la Cina, sino alla fondazione della Repubblica popolare cinese nel 1949. Ha incontrato varie autorità locali.

Dopo la “storica dichiarazione” di buona volontà siglata con il premier Yasuo Fukuda il 7 maggio non sono seguiti gli importanti accordi commerciali ed economici che in genere accompagnano i viaggi esteri dei leader cinesi. Al punto che Hu si è dedicato persino a questioni davvero secondarie: ieri, parlando a un gruppo di parlamentari, Hu ha lodato la possibilità di istituire voli charter tra Tokyo e Pechino per le Olimpiadi.

Esperti osservano che i due Paesi hanno necessità di evidenziare alle rispettive popolazioni l’importanza di rapporti amichevoli, dopo che per decenni, e anche di recente, i rapporti si sono fondati soprattutto sul ricordo di ingiustizie passate. Ora la Cina ha bisogno della tecnologia e degli investimenti giapponesi, per proseguire il suo sviluppo tutelando l’ambiente. Mentre il Giappone vede nella Cina un mercato immenso, che potrebbe accogliere i suoi prodotti ora meno richiesti negli Usa.

Il Giappone vuole assumere un ruolo leader nella lotta contro l’inquinamento mondiale, anche per giustificare le sue ambizioni a un seggio nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Mentre Pechino vuole sopire le polemiche per i diritti umani, il Tibet, il Darfur, con l’approssimarsi delle Olimpiadi.

Non per nulla proprio ieri la camera bassa del parlamento giapponese ha approvato una legge per un uso “militare non aggressivo” dello spazio, ad esempio per lanciare satelliti-spia, finora non praticato dal Paese.

Inoltre la visita, programmata da tempo, è arrivata in un momento difficile per entrambi i leader, ben contenti di incassare comunque un successo di immagine: è il primo viaggio all’estero di Hu dopo la repressione nel Tibet e la contestazione nel mondo contro la torcia olimpica, mentre Fukuda è al minimo della popolarità interna. (PB)