I militari permetteranno il rientro della statua di Nostra Signora di Madhu
di Melani Manel Perera
L’esercito accetta la richiesta del vescovo di demilitarizzare la zona per un raggio di 2,5 chilometri. Tra qualche settimana, bonificata l’area da mine e riparato il tempio, tornerà la statua, in attesa della festa dell’Assunzione, importante occasione di unità per Tamil e Singalesi.

Colombo (AsiaNews) – Entro poche settimane l’esercito lascerà l’area per 2,5 chilometri intorno al santuari di Nostra Signora di Madhu (Mannar). La Chiesa spera così di poterci celebrare l’annuale festa per l’Assunzione di Maria (15 agosto), il più importante pellegrinaggio e festa religiosa cattolica del Paese.

Il maggior generale Jagath Jayasuriya, comandante delle Forze di sicurezza della zona, ha inviato un fax a mons. Joseph Rayappu, vescovo di Mannar, in risposta alla sua richiesta del 29 aprile, assicurando il massimo impegno “per rendere sicura la zona della chiesa di Madhu e portare poi le difese indietro di 2,5 chilometri, senza lasciare alcuna presenza dell’esercito nella zona”. L’esercito si offre anche di “riparare il Santo Santuario e bonificare la zona da possibili mine o bombe inesplose, cosa che richiederà circa 6-8 settimane”.

Sempre tramite fax mons. Rayappu ha risposto inviando “i più sinceri ringraziamenti”, a nome “dell’intera Chiesa” del Paese, ed esprimendo la speranza che la situazione del tempio presto “torni alla normalità”.

Il santuario di Nostra Signora di Madhu è luogo di grande devozione per i cattolici sia Tamil che Singalesi e simbolo di unità tra loro e con i fedeli di ogni religione. Per la festa del 15 agosto arrivano anche un milione di persone. Ma negli ultimi anni questa è diventata zona di guerra tra l’esercito e i ribelli delle Tigri per la liberazione di Tamil Eelam (Ltte) e ci sono i campi per oltre 15mila profughi. Il 20 novembre 1999 ci sono stati 44 morti e oltre 60 feriti civili, per un attacco di cui entrambe le parti accusano l’altro. Dalla chiesa di recente è stata portata via, per ragioni di sicurezza, persino la statua della Santa Vergine, alla quale sono attribuiti miracoli (nella foto: la Cappella Confessionale della Chiesa, distrutta dal fuoco delle armi, che ha colpito anche la statua del Sacro Cuore).

Il maggiore Jayasuriya chiede anche di sapere quando “sarà riportata la Santa Statua di Nostra Signora di Madhu”, per timore di attacchi dei ribelli del Ltte, e garantisce che proteggerà la zona. E il vescovo risponde che avverrà subito dopo la bonifica della zona dalle mine e la riparazione del tempio che avverrà “con nostri operai attentamente selezionati”.

Mons. Rayappu ha inviato lo stesso appello – per dichiarare l’area “una zona di pace” - anche ai ribelli del Ltte, che finora non hanno risposto. Anche se ad aprile i ribelli hanno denunciato a Erik Solheim, ministro norvegese per lo Sviluppo internazionale incaricato di seguire i colloqui di pace tra le parti, che l’esercito si è schierato in forza nella zona con artiglieria e mortai. Mentre l’esercito dice di essere intervenuto solo per contrastare i ribelli, che hanno puntato mortai sulla chiesa e le hanno sparato contro.