Cristiani in Iraq, una presenza millenaria (scheda)

I cristiani iracheni vantano una presenza che risale alla predicazione dell'apostolo Tommaso, ritenuto il fondatore del cristianesimo in Iraq. Le comunità cristiane più numerose sono quelle di Baghdad e nelle città nel nord del Paese: Kirkuk, Irbil e Mosul, l'antica Ninive.

Su 22 milioni di abitanti, i cristiani in Iraq sono il 3% della popolazione, circa 800 mila persone. I cristiani in Iraq appartengono a diversi riti: assiro nestoriano, siro-cattolico e i siro-ortodosso; ciascun rito rappresenta il 7% dei cristiani. Di numero più ridotto sono gli armeni ortodossi. I cattolici sono 260 mila, il 70% dei quali di rito caldeo. I cristiani hanno sempre avuto buone relazioni con la maggioranza musulmana nel Paese (il 97% degli iracheni sono di fede islamica): non si sono mai verificati episodi di violenza, discriminazione o intolleranza a livello sociale.

Era invece il regime di Saddam Hussein i cristiani, secondo mons. Jean Sleiman, arcivescovo dei latini di Baghdad, a causare "persecuzioni e repressioni contro i cristiani", che si vedevano così costretti all'emigrazione verso l'estero – in particolare verso gli Stati Uniti e il Canada. Dopo la guerra del Golfo del 1991 ben 150 mila cristiani iracheni (1/6 del totale) è emigrata in Occidente per sfuggire alla politica di repressione di Saddam. Durante l'ultimo conflitto in Iraq - che ha portato alla caduta del regime baathista - molti cristiani iracheni si sono rifugiati in Giordania e attendono gli sviluppi della situazione politica per poter far rientro nella loro patria.