Preoccupazione per la salute del giovane giornalista “blasfemo”
La International Federation of Journalist denuncia le gravi condizioni fisiche e psicologiche in cui versa Sayed Parvez Kambakhsh, condannato a morte e che attende da settimane l’avvio del suo processo di appello. Richiesto l’intervento del presidente Karzai.
Kabul (AsiaNews/Agenzie) – La magistratura afghana continua a rimandare l’udienza per il processo di appello del giovane giornalista musulmano Sayed Parvez Kambakhsh, condannato alla pena di morte per “blasfemia”. Nel frattempo la salute del ragazzo, 23 anni, sta peggiorando a causa delle condizioni di detenzione in cui è tenuto. Ad esprimere “preoccupazione” per la sorte di Kambakhsh è la International Federation of Journalist (IFJ), che raggruppa 600mila giornalisti in 120 Paesi. La Federazione denuncia che l’udienza d’appello, in cui il 25 maggio scorso l’Alta corte afghana doveva decidere se commutare o meno la sentenza capitale, è stata di nuovo posticipata sulla base della cattiva salute del condannato. Un primo aggiornamento del processo era avvenuto il 18 maggio per l’“assenza dei legali della difesa”.
 
Yaqub Ibrahimi, fratello di Kambakhsh e anch'egli giornalista, ha informato la IFJ che la ragione dell’aggravarsi della salute del ragazzo è proprio la sua prolungata detenzione in pessime condizioni sanitarie e l’acuto stress psicologico, che sta vivendo dal momento del suo arresto nell’ottobre 2007 e poi quello della condanna, a gennaio 2008. Questa è stata pronunciata lo scorso gennaio dopo un processo-farsa, in cui il giornalista ha avuto quattro minuti per difendersi. Kambakhsh sarebbe colpevole di aver distribuito dei volantini blasfemi che dissacravano i principi base dell’islam. Il giornalista, che continua a dirsi innocente, denuncia invece le torture subite in carcere da parte della polizia, che lo ha costretto con la forza a “confessare” i suoi crimini.
 
La IFJ ritiene che “prolungare la detenzione del giovane giornalista sulla base della sua malattia, quando questa è causata proprio della prigionia, non è una decisione che rispetta gli standard della giustizia”. La Federazione chiede quindi al presidente Hamid Karziai di intervenire affinché il processo d’appello per Kambakhsh possa svolgersi in modo trasparente e in tempi stretti.