Lo Sri Lanka affonda nella guerra e nella crisi economica
di Melani Manel Perera
All’indomani dell’attentato, che alla periferia di Colombo ha fatto 9 morti, gli abitanti della capitale testimoniano grande contrarietà ad una soluzione militare del conflitto civile ed esprimono grave preoccupazione per il futuro del Paese.
Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka si muove verso una fase molto critica della sua storia, la guerra civile e gli attentati tolgono il fiato alla gente, che non si sente neppure più libera di respirare, mentre la crisi economica strangola intere famiglie e i giovani non vedono un futuro. Sono le impressioni raccolte da AsiaNews tra gli abitanti di Colombo, all’indomani della bomba alla stazione ferroviaria di Dehiwela, nella periferia della capitale.
 
L’esplosione, avvenuta ieri pomeriggio nell’ora di punta, ha ucciso 9 persone e ferite oltre 70. Tra i morti ci sono diverse donne, di cui una incinta. L'esercito accusa i ribelli delle Tigri Tamil (Ltte), che dal canto loro non hanno diffuso alcuna dichiarazione. Le forze governative e le Ltte vivono un nuovo cruento capitolo della guerra civile, che dura da 25 anni e in cui sono morte oltre 70mila persone. Quest'ultima esplosione giunge mentre l'esercito è impegnato in un'offensiva per riconquistare l’ultima roccaforte delle Tigri, nel nord del Paese. Secondo alcune ipotesi, l’attentato di ieri sarebbe una rappresaglia contro l’uccisione di 16 civili ad opera delle forze cingalesi, avvenuto a Kilinochi lo scorso 23 maggio.
 
“Uccidersi a vicenda – lamenta Gajadheera Sirimewan, 57 anni, buddista – servirà solo a non raggiungere mai la pace. Governo e ribelli devono capirlo”. “Serve una soluzione politica – suggerisce Thimbiriagama Mahindapala, 50 anni – e non militare altrimenti nessuno potrà mettere fine a questo massacro di innocenti”. L’uomo aggiunge che “ormai la gente non si sente più sicura in tutto il Paese, indistintamente, molte persone soffrono per la crisi dei prezzi dei generi alimentari e la situazione è ad un punto insostenibile per la popolazione. Il governo deve fermare la guerra”.